La protagonista è Anna Netrebko, considerata da molti una nuova Callas

Riccardo Chailly riporta alla Scala di Milano Andrea Chénier. La stagione scaligera 2017/2018 si apre stasera alle 18 con l'opera di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica, con la direzione del Maestro Chailly e la regia di Mario Martone. Le scene sono di Margherita Palli, costumi di Ursula Patzak. Luci curate da Pasquale Mari, mentre Daniela Schiavone cura la coreografia. Il cast schiera Yusif Eyvazov come protagonista, Anna Netrebko, considerata da molti una nuova Callas, nei panni di Maddalena di Coigny, Luca Salsi come Gérard, Annalisa Stroppa come Mulatta Bersi e Mariana Pentcheva come Contessa di Coigny.

La serata inaugurale del tempio della lirica è dedicata alla memoria di Victor de Sabata nel cinquantesimo anniversario della scomparsa. Con Andrea Chénier i riflettori dell'inaugurazione si accendono su un titolo del repertorio verista: l'unico precedente risale al 1963, quando Gianandrea Gavazzeni diresse L'amico Fritz e Cavalleria rusticana nel centenario di Mascagni. E proprio Cavalleria rusticana, insieme a Pagliacci, era l'unico titolo rimasto nel repertorio scaligero. Oggi il teatro ha intrapreso per impulso del Maestro Chailly e del sovrintendente Pereira un progetto culturale teso al recupero e alla valorizzazione del repertorio italiano nella sua interezza, incluso questo patrimonio. E ne sono testimonianza la ripresa de La cena delle beffe dello stesso Giordano (con la direzione di Carlo Rizzi e la fortunata regia e scenografia di Mario Martone e Margherita Palli) e la Francesca da Rimini di Zandonai, che sarà presentata nel prossimo aprile in un nuovo allestimento di David Pountney diretto da Fabio Luisi.

Ambientata a Parigi nel corso della Rivoluzione francese, l'opera Andrea Chénier risentiva del clima politico di quegli anni, dove emergeva da parte di certi ambienti intellettuali un afflato di libertà. Il protagonista è un poeta, innamorato dell'aristocratica Maddalena di Coigny, un amore considerato impossibile. Tra vicende passionali e il 'terrore politico' inflitto da Robespierre, la giovane Maddalena perde tutto: la casa data alle fiamme, la madre assassinata brutalmente, fino all'epilogo tragico in cui trova la morte per decapitazione con lo stesso Chénier. La prima rappresentazione assoluta di Andrea Chénier, quarta opera del ventinovenne Umberto Giordano, avviene alla Scala il 28 marzo 1896 per la direzione di Rodolfo Ferrari ed è un grande successo, con immediati echi anche all'estero: appena un anno dopo, il 5 febbraio 1897, è rappresentato in lingua tedesca per otto serate allo Stadttheater di Amburgo, direttore Gustav Mahler. Mahler rimase impressionato dal lavoro, che definì "una delle nuove opere di maggior effetto", e tentò di farlo rappresentare a Vienna una volta divenuto direttore della Hofoper, scontrandosi con difficoltà economiche e organizzative che lo indussero a programmare invece 'Fedora'.

D'altra parte, erano stati gli stessi esperti dell'editore Sonzogno a giudicare in un primo momento il lavoro "irrappresentabile". Per l'opera della consacrazione scaligera Giordano aveva collaborato con Luigi Illica, il librettista di Puccini che conosceva gli ardori libertari per aver fatto parte in gioventù di una brigata garibaldina, creando un capolavoro di efficacia drammatica e slancio musicale. Per restare a contatto con il suo librettista, Giordano si cercò un alloggio nell'edificio in cui abitava, in via Bramante 39, e dovette accontentarsi di dormire in un deposito di lapidi e monumenti funerari. Il risultato fu il melodramma eroico per eccellenza, spesso in verità portato in palcoscenico con atletismi vocali che furono anche oggetto di critica. Riccardo Chailly ricorda una conversazione in cui l'anziana Maria Caniglia, protagonista della storica incisione con Gigli, gli sottolineava al contrario alcune eredità belcantistiche della partitura. L'Andrea Chénier è stato inciso da Chailly per la Decca nel 1982, con Luciano Pavarotti, Montserrat Caballé e Leo Nucci. E anche l'ultima produzione alla Scala, nella stagione 1982/83, era diretta dall'attuale direttore musicale, con protagonisti José Carreras, Anna Tomowa-Sintow e Piero Cappuccilli. L'allestimento di Lamberto Puggelli era stato poi ripreso nel 1985, sempre diretto da Chailly.

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