L'anno scorso fra i Giovani ha riscosso grande successo con 'Odio le favole' e quest'anno torna fra i Big

Per Ermal Meta non è la prima volta al Festival di Sanremo. L'anno scorso fra i Giovani ha riscosso grande successo con 'Odio le favole' e quest'anno torna fra i Big. A poche ore dall'esibizione sul palco dell'Ariston, il cantautore di origini albanesi racconta le sue sensazioni a LaPresse.

"Ho un cappello elettrico – scherza a proposito della tensione alta -. Le sensazioni sono assolutamente positive e non vedo l'ora di salire sul palco. Sarò l'ultimo ad uscire. Sarà una grande emozione, il fatto di esserci già stato non cambia assolutamente niente. È' un'emozione fortissima, che ti travolge".

Il suo è il testo più forte e impegnato di questa edizione del Festival. Si parla di violenza domestica e sui bambini. Perché ha scelto un brano così delicato?  "Non mi sarei presentato con nessun altro pezzo a Sanremo se non con questo. Porta dentro un messaggio che avevo voglia di condividere. Volevo raccontare qualcosa che potesse servire a qualcun altro".

Che messaggio vuole mandare portando questo brano in gara?  "Il messaggio non è rivolto alla violenza, che è solo un pretesto per parlare di qualcos'altro. Secondo me bisogna concentrarsi sulla reazione: la canzone invita tutti a disobbedire a quello che può mettere a repentaglio la propria integrità fisica ed emotiva. Non è una canzone che parla di violenza ma di disobbedienza alla violenza".

Portare una canzone del genere è una responsabilità, e in un certo senso un peso…
"Non è un peso, credo sia una cosa positiva mettersi un po' in prima posizione, in una posizione scomoda. La musica è scomoda, se è comoda diventa divertentissimo e a me non piace".

Nella serata delle cover porterà 'Amara terra mia' di Domenico Modugno. Perché l'ha scelta? È' legata anche alla sua esperienza, visto che ha lasciato da piccolo l'Albania per venire in Italia?  "'Amara terra mia' è una canzone strepitosa e l'ho scelta per rendere omaggio a tutti quelli che soffrono nella propria terra o soffrono ancora di più dovendola lasciare. L'ho scelta soprattutto pensando a quello che è successo in Italia nell'ultimo anno, i terremoti, la tragedia del Rigopiano. Non c'è bisogno di lasciare la propria terra per soffrirne. È il mio modo di rendere omaggio alla Terra. Perché la Terra è una, sono i confini che la frazionano ma sotto non cambia assolutamente niente".
 

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