Secondo l'ex Pink Floyd: "Esibirsi in Israele è redditizio ma farlo serve solo a normalizzare l'occupazione, l'apartheid, la pulizia etnica, l'incarcerazione dei bambini, il massacro di manifestanti disarmati"

Manca meno di un mese all'Eurovision che quest'anno si svolgerà a Tel Aviv e anche questa volta, come già accaduto in precedenza, per esempio per la questione Crimea, la location della kermesse canora non manca di scatenare polemiche. L'ultimo a schierarsi apertamente contro l'evento in Israele (che ospita di diritto la gara avendola vinta nel 2018) è l'ex Pink Floyd Roger Waters. L'artista si espone pubblicamente, firmando di suo pugno un articolo sul Guardian, in cui invita Madonna a non esibirsi a Tel Aviv e lancia giudizi durissimi su Israele. La cantante americana dovrebbe essere l'ospite d'onore della serata finale a maggio, anche se al momento non c'è ancora l'ufficialità.

Secondo Waters se effettivamente la signora Ciccone accettasse l'invito, solleverebbe "ancora una volta questioni etiche e politiche di fondamentale importanza per ognuno di noi". Dal momento che nel 1948 a Parigi le Nazioni Unite hanno adottato una Dichiarazione universale dei diritti umani, spiega il musicista, "la domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi è: sono d'accordo con la Dichiarazione delle Nazioni Unite? Se la risposta è sì, sorge una seconda domanda: sono disposto a mantenere il mio sostegno ai diritti umani e ad agire in base ad esso? Aiuterò i miei fratelli e le mie sorelle nella loro lotta per i diritti o passerò dall'altra parte?". Il riferimento di Waters è al popolo palestinese che, secondo il cantautore, "vive sotto un regime di occupazione profondamente repressivo e non gode del diritto alla vita, alla libertà e all'autodeterminazione".

La società civile palestinese nel 2004 chiese agli artisti di non esibirsi più in Israele fino a che il Governo non avesse riconosciuto il loro diritto all'autodeterminazione. Da quel momento, Waters si è sempre attenuto all'appello e ha invitato i colleghi a fare lo stesso. Alcuni, però, hanno continuato a farlo, "dicendo – precisa l'ex Pink Floyd – che lo fanno per promuovere la pace. Ma sono cazzate. Esibirsi in Israele è redditizio ma farlo serve solo a normalizzare l'occupazione, l'apartheid, la pulizia etnica, l'incarcerazione dei bambini, il massacro di manifestanti disarmati".

Waters, che da sempre si esprime su questioni politiche nazionali e non e non teme di esporre il suo pensiero, conclude chiedendo a Madonna, e agli altri artisti coinvolti, di leggere la Dichiarazione dei diritti umani: "Se ci rispettassimo tutti, potremmo salvare il nostro bellissimo pianeta dalla sua imminente distruzione".

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