"Volevo evitare di diventare il pupazzetto del giudice cattivo che schiacci un bottone e dice una cattiveria, non avevo intenzione di diventare un cartonato di me stesso"

L'occasione è la presentazione del prossimo tour nei teatri insieme a Rodrigo D'Erasmo, ma è impossibile ignorare che si tratta della prima uscita pubblica di Manuel Agnelli dopo l'annuncio dell'addio a 'X Factor'. Lo sa pure lui, e per questo non si tira indietro in nessun modo quando gli si chiede di parlarne. Anzi, forse proprio dall'esperienza all'interno del talent deriva la voglia di buttarsi in questo nuovo progetto. Senza mezzi termini, il leader degli Afterhours spiega i motivi del 'divorzio' con il programma Sky, meditato – spiega – da molto tempo e non una decisione impulsiva come qualcuno ha pensato.

"Ho detto quello che dovevo dire e fatto quello che dovevo fare. La trasmissione ha due anime: quella della gara, di giochi senza frontiere, e quella della necessità di una credibilità musicale e di produrre dei talenti. Io sono stato chiamato per la seconda e l'ho sempre portata avanti. Mi sono adattato alla tv ma sempre in funzione della musica e del mio ruolo. Ho portato una visione della musica che prescinde dai numeri, dal successo e dal mercato". Il motivo della scelta di andarsene è chiaro: "Volevo evitare di diventare il pupazzetto del giudice cattivo che schiacci un bottone e dice una cattiveria, non avevo intenzione di diventare un cartonato di me stesso".

È sereno Agnelli, ha preso in maniera razionale quella decisione che "ti cambia la vita". Una cosa, però, lo ha irritato: le accuse, da parte di qualcuno, di essersi imborghesito. "C'è molta confusione nell'usare i termini ultimamente. Ho appena lasciato il lavoro meglio pagato della mia vita. Mi dava visibilità e benefit mostruosi. Ho rinunciato a tutto questo perché mi sembrava di aver finito il mio compito. Credo sia l'antitesi dell'essere diventato borghese. Mi chiedo quale confusione mentale abbia la persona che l'ha scritto. Questo tipo di analisi è lo specchio della superficialità con cui ormai analizziamo tutto".

Comunque, archiviato 'X Factor', Manuel naviga dritto verso il nuovo progetto. 'An evening with Manuel Agnelli' dal 30 marzo girerà per i teatri d'Italia e sarà proprio lui il protagonista indiscusso. "E' un grosso cambiamento – spiega -, viene da una mia esigenza. Voglio tornare a fare musica senza una progettualità pesante intorno, con una certa leggerezza. Desidero avere di nuovo un'intimità con la musica e il pubblico, dopo tre anni di visibilità, televisione e selfie con i bambini: tutte cose che hanno spostato la mia percezione della comunicazione".

E così, sul palco ci saranno solo lui e il suo sodale Rodrigo D'Erasmo (salvo qualche possibile ospite). Manuel si cimenterà in letture, rivisitazioni di brani degli Afterhours, cover e, soprattutto, nello storytelling. "Ho sempre avuto un rapporto col pubblico molto asciutto, il vantaggio di andare in tv è proprio la maggiore apertura. Ho acquistato sicurezza". Uno spettacolo agile, facile da cambiare ad ogni serata, proprio per lasciare Manuel libero di esprimersi come vuole.

Nessuno pensi, però, ad una scomparsa degli Afterhours: "Siamo in stand by, per tanti motivi. Ma gli After non si sciolgono e prima o poi riprenderanno qualche tipo attività. Non è un problema creativo, ma un'esigenza da parte mia e degli altri di avere aria al di fuori di un progetto diventato molto grande. Ci prendiamo una pausa". Poi, forse, un disco da solista e non è neppure escluso un ritorno in tv. Non con 'X Factor', ma con 'Ossigeno', il programma di Rai3 di cui si è occupato l'anno scorso: "Mi hanno chiesto di rimetterlo in piedi. A me ha stimolato tantissimo e ne stiamo parlando".

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