Seattle (Washington, Usa), 21 mar. (LaPresse/AP) – Sarà presto il 20esimo anniversario della morte di Kurt Cobain, e la polizia di Seattle ha già messo in conto una pletora di domande sul suicidio del leader dei Nirvana. Perciò un detective ha riesaminato i fascicoli sul caso, tra cui le prove fotografiche e le dichiarazioni. Non ha trovato nuove informazioni che cambino le conclusioni della polizia, second cui Cobain si sia tolto la vita, ma ha scoperto quattro rullini di pellicola con scatti sulla scena della morte e mai sviluppati. La polizia ha reso pubbliche due di quelle fotografie. In una si vede una scatola contenente droga, un cucchiaio e quelli che sembrano aghi sul pavimento di fianco a una mezza sigaretta e un paio di occhiali da sole. Nell’altra si vede la stessa scatola, stavolta chiusa, accanto a banconote, un pacchetto di sigarette e un portafoglio da cui si vede un documento di Cobain. “Non c’è niente di trascendentale in queste immagini – ha dichiarato il portavoce della polizia – l’investigatore è tornato sui fascicoli del caso solo per rinfrescarsi la memoria. L’esito del caso non è cambiato”.

Il corpo di Cobain fu scoperto nella sua casa di Seattle l’8 aprile 1994, dove era morto tre girni prima, il 5 aprile. Secondo quanto stabilito dall’inchiesta, il cantante era entrato nella serra della villa e aveva assunto una massiccia dose di eroina. Aveva scritto una lettera d’addio – la cui copia era presto trapelata e pubblicata da riviste e online – e si era quindi sparato con un fucile da caccia calibro 20. Poche settimane prima, il 3 marzo, aveva già tentato il suicidio a Roma con un’overdose di tranquillanti. Il leader dei Nirvana aveva 27 anni, aveva venduto milioni di dischi con la band ed aveva contribuito in modo sostanziale a trasformare in fenomeno il grunge, insieme ad altre band come i Pearl Jam, i Soundgarden, gli Alice in Chains e i Mudhoney.

Cobain era cresciuto ad Aberdeen, città nello stato di Washington a circa due ore di auto sudovest di Seattle. La sua morte sconvolse il mondo della musica e fece convergere migliaia di giovani al Seattle Center per una veglia funebre pubblica. Come spesso accade, alcuni si rifiutarono di credere al suicidio, portando alla diffusione di teorie complottiste che si fosse trattato di un omicidio. Una speculazione che il detective che ha appena riesaminato il caso respinge nuovamente. “A volte le persone credono a quello che leggono, come la disinformazione di alcuni libri secondo cui fosse una cospirazione – ha dichiarato il detective Mike Ciesynski, che ha trovato i rullini – È una teoria totalmente inaccurata. Si tratta di suicidio, questo è un caso chiuso”.

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