Atene (Grecia), 3 nov. (LaPresse/AP) – Il governo di George Papandreou è sempre più in bilico. Dopo il vertice di emergenza tenuto ieri a Cannes con alcuni leader europei, il primo ministro greco ha ricevuto in mattinata la notizia di una nuova defezione nelle fila della maggioranza e delle critiche di due suoi ministri, e ha convocato di emergenza per mezzogiorno di oggi un incontro del Gabinetto. Le parole più dure sono arrivate dal ministro delle Finanze Evangelos Venizelos, che questa mattina ha definito la posizione della Grecia all’interno dell’eurozona “una conquista storica che non può essere messa in dubbio” e “non può dipendere da un referendum”. Secondo Venizelos è importante che la nuova rata del prestito di salvataggio venga emessa “senza nessuna distrazione o ritardo”. Critico anche il ministro dello Sviluppo Michalis Chrisochoidis, che ha chiesto unità nazionale e ribadito che la priorità del Parlamento ora è ratificare il nuovo accordo con l’Europa. “Non ci può essere un ritorno alla dracma e al passato. Dobbiamo tutti assumerci le nostre responsabilità”, ha detto.

In vista del voto di fiducia di domani, continuano intanto le defezioni nella maggioranza. A staccarsi oggi è la deputata socialista Eva Kaili che ha annunciato di non voler votare la fiducia al governo, chiedendo al premier di fare un passo indietro sul referendum sugli aiuti europei. Critiche sono piovute anche da altri deputati, come il socialista Dimitris Lintzeris che ha definito Papandreou “storia”. Mentre il collega di partito Dimitris Kremastinos, spingendo per un governo di unità nazionale, ha detto che “il primo ministro deve convocare un incontro tra i leader di partito e annunciare che sull’euro non si terrà alcun referendum”.

In mattinata, in un’intervista all’emittente tedesca Zdf, il primo ministro del Lussemburgo e presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, ha chiesto alla Grecia di scegliere sul suo futuro, esprimendo preoccupazione sulla possibilità che Atene lasci l’eurozona. “Non possiamo andare continuamente sulle montagne russe per la Grecia. Dobbiamo sapere come stanno andando le cose e i greci ci devono dire dove vogliono che le cose vadano”, ha detto Juncker, aggiungendo: “Dobbiamo fare di tutto affinché un Paese membro non lasci l’eurozona, ma se questo fosse il desiderio dei greci, e trovo che sia sbagliato, non li possiamo costringere a restare. Se il popolo renderà chiaro attraverso il referendum che si sentirebbe meglio fuori dall’euro, sarà una sua decisione. E in questo caso i nostri amici greci dovranno annunciare la strada che vogliono percorrere per lasciare l’eurozona. Siamo assolutamente preparati per la situazione che ho descritto. Non si tratta solo della Grecia, c’è anche un possibile contagio per altri e dobbiamo fare di tutto per alzare un sistema di protezione contro il pericolo di contagio in modo che l’eurozona nel suo complesso non vada alla deriva”.

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