Il giornalista racconta a 'La Presse' il suo 'viaggio contemporaneo' in dieci puntate in onda su Sky Arte Hd

"Un programma unico e completamente fuori dal tran-tran a cui siamo abituati". Roberto D'Agostino racconta così a LaPresse il suo 'Dago in Sky', un viaggio in dieci puntate in onda su Sky Arte Hd iniziato in primavera e che si concluderà a fine dicembre. L'intento è quello di "riuscire per 30 minuti di non far venir la voglia allo spettatore di afferrare il telefonino (cosa difficilissima)", scrive D'Agostino, coautore del programma con Anna Cerofolini.

Siamo alla fine del viaggio? E' in programma la realizzazione di nuove puntate?
Intanto le dieci puntate diventeranno un cofanetto a gennaio, poi vedremo la realizzazione di un altro ciclo l'anno prossimo.

Come giudica la televisione di oggi?
E' ribollita. E' la tv che poteva andare in onda già negli anni '90. I vari Fazio o Conte sono sempre la solita zuppa. E' una televisione per telemorenti. Quando ho avuto la proposta di fare un programma da Sky ho pensato: 'E ora che faccio?' La rivoluzione è tecnologia e da lì sono partito per fare un programma contemporaneo, vicino ai contenuti che puoi fruire con la velocità degli smartphone. Quando di siedi sul divano e guardi la televisione pensi sempre 'E' solo questo?' Siamo drogati di tecnologia avanzata quindi bisogna pensare a trasmissioni per occhi professionisti. Inoltre tutti hanno le stesse possibilità di essere connessi.

Come ha superato la difficoltà di risvegliare il pubblico?
Dal punto di vista visivo, ho diviso lo schermo in cerchi e quadrati che riproducono il concetto di ipertesti. In questo modo diventa interessante vedere tutte le immagini che scorrono contemporaneamente, anche se è praticamente impossibile. Ormai la tv è rumore di fondo mentre io ho cercato di rallentare la distruzione dello spettatore, di sedurlo per farlo seguire. Per i millennials la tv, infatti, è solo un monitor e non il totem del focolare di una volta. La forma è sostanza.

Quanto internet influisce nella vita quotidiana?
Internet è un terremoto. In campo politico abbiamo visto Grillo, Trump e Brexit. Nessuno avrebbe mai immaginato questi cambiamenti. La prima puntata di 'Dago in the Sky' è stata sui selfie, che racchiudono nel loro stesso concetto il fatto che Internet ha sedotto tutti, è trasversale. Ognuno di noi può creare un avatar, visto che nessuno è soddisfatto di com'è. Così si diffonde un'immagine di quello che si vorrebbe essere e quello che fa Kim Kardashian lo facciamo tutti. Così abbiamo uno doppia vita consolatoria sui social e possiamo diventare delle star. Anche 'Dago in the Sky' affonda le radici in Instagram e in tutto quello che contiene.
 

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