Roma, 18 giu. (LaPresse) – Claudio Rocchi “non ha mai smesso di lottare e di vivere” racconta Susanna Schimperna, la compagna del cantautore scomparso oggi, a LaPresse. “Ha affrontato la malattia giorno dopo giorno con coraggio e vitalità” aggiunge. “Agli inizi di maggio gli è stato detto che non avrebbe più potuto muoversi, ma è andato avanti, ha continuato a lavorare. Senza mai commiserarsi, senza mai sentirsi vittima”. Schimperna definisce “un maestro” il musicista, uno dei padre fondatori del rock progressivo italiano, un esempio di forza “che ha influenzato positivamente le persone che ha incontrato”. “Tre anni fa ha scoperto di essere malato, non si è mai afflitto, ha continuato a fare dischi. Ha realizzato un documentario per Rai5 e stava scrivendo la sua biografia ‘La settima vita’, rimasta incompiuta”. “Dovevamo sposarci – aggiunge, tradendo la commozione tenuta a freno – avremmo sempre voluto farlo e ne stavamo parlando”.

Per Susanna, Claudio era un poeta e nel suo ricordo c’è la “magia” del loro incontro. “Lui scriveva degli articoli per la rivista Olis e io lavoravo in redazione. Leggevo i suoi pezzi, scriveva di sciamanesimo, di esperienze esoteriche, dei suoi 15 anni nell’Hare Krishna. E’ diventato priore in Italia. Ci siamo innamorati così, parlandoci, prima di incontrarci”. Compagno di vita e di lavoro, di lui rivela: “C’è un poema scritto a quattro mani che non ha mai visto la luce di dieci capitoli, intitolato ‘Volo magico – Storia di decolli, atterraggi e passione’. Non è mai stato pubblicato, non ce l’abbiamo fatta”. Si sta decidendo una cerimonia per il funerale, non si conosce ancora la data: “verrà cremato, come voleva”.

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