L'attrice commenta gli insulti e le accuse seguiti alla denuncia di violenza da parte del produttore Harvey Weinstein

Delusa e triste. Così si sente Asia Argento dopo aver denunciato lo stupro subito vent'anni fa da Harvey Weinstein. Come molte attrici di Hollywood, ha rivelato soltanto ora, a distanza di tanto tempo, di essere stata vittima delle molestie e degli abusi del noto produttore: bloccate per anni dalla paura, si sono fatte forza l'un l'altra – capitanate da Rose McGowan – per rendere note le violenze di Weinstein. Le sue parole, però, hanno scatenato una valanga di insulti e commenti in cui viene data a lei la colpa di quanto accaduto.

"Ho denunciato uno stupro e per questo vengo considerata una troia. Abbiamo denunciato tutte dopo 20 anni perché avevamo paura di quel mostro che è (era) uno degli uomini più potenti al mondo. Solo in Italia vengo considerata colpevole del mio stupro perché non ne parlai quiando avevo 21 anni ed ero terrorizzata. Vergognatevi, tutti. Siete dei mostri", scrive l'attrice amareggiata su Twitter. E poi cerca di far riflettere sul fatto che è proprio questo atteggiamento che blocca le donne dal denunciare: preferiscono subire violenze, rispetto a perdere credibilità in pubblico. "A tutti gli italiani che mi chiamano prostituta dopo quello che è successo: è colpa di persone come voi se le donne hanno paura a parlare", contina sui social network la figlia di Dario Argento

Dalla regista Francesca Archibugi al rapper Frankie hi-nrg mc, sono tanti i tweet a sostegno delle parole di Asia Argento

 

 

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