Philadelphia (Pennsylvania, Usa), 29 dic. (LaPresse) – L’autore della bufala sulla morte di Jon Bon Jovi si è fatto avanti: è Jeffrey Goho, membro di una band di Philadelphia, in Pennsylvania, i Minutia. È lui che ha scritto e pubblicato su Twitter un falso annuncio in cui si leggeva che il leader dei Bon Jovi era morto dopo essere andato in coma in un hotel del New Jersey, il 19 dicembre. La notizia è stata rilanciata a tempo record sul social network in tutto il mondo, e se anche i rappresentanti del rocker si erano affrettati a smentirla, ha comunque mandato nel panico i suoi fan. Nel momento in cui sarebbe dovuto essere morto, Bon Jovi stava tenendo un concerto di beneficenza a Red Bank. Per tranquillizzare i fan ha pubblicato una foto sulla sua pagina di Facebook su cui lo si vedeva tenere un cartello con scritto “Il paradiso assomiglia molto al New Jersey”.

Quello che ha spinto Goho allo scherzo di cattivo gusto è stata rabbia contro il mondo discografico e invidia per la rockstar. “Sono anche io in una band, e con gli altri membri si parlava di come l’industria musicale abbia preso una piega verso nuovi folli mondi che nessuno è davvero in grado di stimare” ha confessato Goho all’Asbury Park Press. “Per farla breve, ci siamo trovati così coinvolti dalla discussione, e io ero così irritato, che mi sono preso la libertà e ho dato il via alla voce”.

Quindi ha aperto un falso profilo di Twitter e ha scritto la frase che si è trasformata in una valanga. “Ho iniziato questa cosa da poco, e poi mi sono accorto che i messaggi di odio che ricevevo mi dicevano che stavo facendo la stessa cosa che mi ha dato la motivazione iniziale per scrivere quel tweet, perché mi definivano un affarista. Così in qualche modo mi sono fatto del male da solo”.

Goho ha scelto Bon Jovi per una sorta di protesta verso tutte le attività della rockstar che non c’entrano nulla con la musica. “Tutto quello che sentivo dire era ‘Bon Jovi questo, Bon Jovi quello’, ‘Bon Jovi apre un ristorante’, ‘Bon Jovi ha fatto uno spot’. E ho pensato ‘Accidenti, Bon Jovi è conosciuto da tutti per la musica, non per gli affari”. In effetti, Bon Jovi è impegnato in molti progetti che non hanno a che fare con le sette note. Ha recitato in diversi telefilm (tra cui ‘Sex and the City’, ’30 Rock’, ‘Las Vegas’, ‘The West Wing’ e ‘Ally McBeal’) e film, di cui l’ultimo ‘New Year’s Eve’ uscito negli Stati Uniti a inizio dicembre. E ha in effetti aperto un ristorante: il JBJ Soul Kitchen, un ristorante di beneficenza dove i clienti possono pagare quanto riescono il loro pasto, con soldi o con attività di volontariato. Fa parte di una delle tante attività di beneficenza del rocker e rientra nella Jon Bon Jovi Soul Foundation, organizzazione non profit di aiuto ai senzatetto.

Goho si è reso conto di aver quantomeno scelto male l’obiettivo. “Leggendo le risposte di tutti ho realizzato che i suoi sforzi hanno in effetti fatto prosperare gli stati di questa area, che grazie a lui i musicisti hanno più posti disponibili dove andare e più persone per cui suonare, e che mi sono sbagliato”. “Non sono fiero – ha ammesso Goho – sto subendo molte reazioni negative a causa di quello che ho fatto, ma per quanto stupido suoni, è com’è iniziata. Ho avuto una pensata e l’ho portata avanti”. Il musicista ha chiesto ai fan arrabbiati di interrompere il flusso di messaggi carichi di odio ai suoi compagni di band. “Loro non sono in alcun modo coinvolti” insiste.

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