Roma, 18 giu. (LaPresse) – E’ morto questa mattina a Roma Claudio Rocchi, cantautore e conduttore radiofonico, aveva 62 anni. Lo conferma la compagna Susanna Schimperna. Claudio Rocchi è stato uno dei protagonisti del rock psichedelico e progressivo italiano. Tre anni fa gli era stata diagnosticata una malattia degenerativa.

Lui stesso aveva annunciato il 25 maggio sulla sua pagina di Facebook, in un ultimo messaggio ai suoi fan di soffrire di “una grave malattia degenerativa alle ossa”, che lo rendeva “di fatto malato terminale pur continuando io di fatto, tra stampelle e bastoni, a fare finta di niente e guidare in su per mari e autostrade a fare i miei concerti”. Ai primi di maggio “Un crollo vertebrale ha determinato un’invasione del midollo spinale – raccontava ancora – e di fatto ho perso l’uso delle gambe”. Il quadro clinico indicava una “Patologia non reversibile che innesta la perdita d’uso degli arti inferiori sulla patologia ossea degenerativa. Sono ultra fragile, e devo stare praticamente a letto evitando movimenti di ogni genere che potrebbero, nel caso di un’invasione midollare più alta del D11 odierno, pregiudicare anche l’uso degli arti superiori”.

Il musicista e cantautore milanese, classe 1951, era stato uno degli esponenti del rock progressivo italiano. Bassista degli Stormy Six, diede il via alla carriera da solista nel 1970 con l’album ‘Viaggio’, arrivando al successo con il secondo album ‘Volo Magico n. 1’, tuttora considerato una delle pietre miliari della discografia italiana degli anni Settanta. Rocchi, artista visionario e sempre entusiasta, mantenne negli anni un’intensa attività di studio e live, collaborando con musicisti come Alice, Gianni Maroccolo, Paolo Tofani. Conduttore radiofonico, collaborò a lungo con la Radio Rai, divenendo la voce di trasmissioni come ‘Per voi giovani’, ‘Pop Off’, ‘Radio Starship’, ‘Ognidove’, ‘Margherite, storia e sogni’, ‘Chi, cosa, dove, quando’. Convinto pacifista e affascinato dalla culture orientali, aderì all’Associazione per la coscienza di Krishna, conducendo programmi radiofonici vaishnava e fondando il network nazionale Radio Krishna Centrale. Negli anni ’90 collaborò alla rifondazione della rivista underground Re Nudo. Nel 2003 diresse il film ‘Pedra Medalza’ e produsse diversi contrometraggi, e per Raisat la serie televisiva Milano Music Magazine.

Pur con la malattia, Rocchi non si era fermato: “Stavo lavorando a progetti molto interessanti e li sto comunque portando avanti in queste condizioni” raccontava su social network”. Tra questi quattro puntate per Rai5 sulla trasmissione ‘Per voi giovani’, il Festival Per Voi Giovani all’Auditorium Parco della Musica a Roma tra il 19 e il 26 giugno, in cui avrebbe dovuto esibirsi dal vivo insieme a Franco Battiato e a Gianni Maroccolo, a cui, a causa degli ultimi sviluppi della malattia sapeva che avrebbe dovuto rinunciare. “Sarebbe stato davvero divertente misurarci insieme sul palco per parte della serata prima del concerto di Franco. Questo, ahimè, non succederà, ma confido certo che Franco sappia come sempre comunque riempire di significati straordinari la serata con la sua musica” scriveva. E la sua autobiografia, ‘La settima vita’, dal titolo di un’intervista che aveva rilasciato nel 2011, ‘Le cinque vite di Claudio Rocchi’: “Raccontavo di una vita da studente, una seconda da aspirante rock star, una terza da aspirante santo indù, una quarta da aspirante ‘normale’ professionista tra broadcast, media e business immobiliare. La quinta era quella in cui rientravo allora, per una serie di benedette concorrenze tra Amore e Ispirazione, di musicista ritrovato con voglia di concerti ed energia per farli. Poi arrivò la sesta” ovvero la malattia degenerativa, e la settimana, ovvero quest’ultima prova.

Il suo ultimo pensiero pubblico era stato per i suoi strumenti musicali e non: “Non saranno invece più necessari per me e a breve vi dirò di cosa mi voglio liberare. Chissà? Forse a qualcuno di voi potrà interessare qualcuna delle mie splendide chitarre, forse a qualcuno piacerà guidare la mia auto, od avere qualche traccia dalle mie vite precedenti. I grandi libri rilegati dove scrivevo i testi delle mie canzoni e disegnavo nei ’70, i dorje tibetani per le puje di liberazione, qualche stravagante memorabilia da puro collezionismo, gli acetati dei miei provini inediti, i nastri magnetici originali, qualche raro libro super esoterico che mi accompagna da sempre, i miei quadri mai esposti. Io voglio alleggerire il carico – concludeva – liberarmi di oggetti e tracciati ora davvero superflui e non utili. La settima vita me lo chiede e ho pensato di dirvelo”.

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