Olimpico in delirio per la band irlandese, che stasera fa il bis

"Grazie Italia", si legge oggi sui profili social degli U2, che postano il video della spettacolare coreografia organizzata dal sito U2place ieri sera allo Stadio Olimpico in occasione della prima data italiana del 'The Joshua Tree Tour 2017'. Durante 'With or Without You' tanti fogli di carta in Tribuna Monte Mario hanno formato l'albero della copertina dell'album capolavoro del 1987 su cui è incentrato lo show, insieme al numero 30, gli anni passati dall'uscita del disco. La band irlandese, preceduta dal set di Noel Gallagher, molto apprezzato dal pubblico, è salita sul piccolo palco-passerella a forma di albero alle 21.20 sulla rullata marziale di 'Sunday Bloody Sunday'. Schermi spenti e solo Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen sulla scena. Puntini dalla tribuna, ma straordinari nel raccontare con un pugno di brani immensi la storia del gruppo dublinese prima del disco che li consacrò megastar del rock. E allora scorrono 'New Year's Day', 'Bad', sontuosa e ipnotica con magistrale citazione di 'Heroes' di 'David Bowie, e 'Pride (In The Name Of Love)'.

Il pubblico è già in visibilio e Bono capisce che sarà una serata speciale. "La notte più bella", dice in italiano il cantante, che più volte durante il concerto parlerà nella nostra lingua. E' il preludio al cuore dell'esibizione: il megaschermo orizzontale si illumina di rosso con la sagoma dell'albero del deserto simbolo del disco e parte l'arpeggio di 'Where The Streets Have No Name', uno dei momenti simbolo della storia del rock e non solo degli U2. I visual curati da Anton Corbijn, il fotografo olandese che creò l'iconografia di 'The Joshua Tree', punteggiano tutti i pezzi del disco con suggestive atmosfere desertiche americane. E' l'America dei grandi spazi, narrata in quel disco, l'America della libertß amata da Bono, terra promessa per gli irlandesi, ma anche maligna quando mostra il suo volto aggressivo. 'Le Due Americhe' era infatti il titolo originario di 'The Joshua Tree', uscito ai tempi di Reagan e riattualizzato dalla band per raccontare l'era Trump. Questo il senso di questo tour, con quei brani, meravigliosi, che suonano ancora freschi e credibili. La scommessa azzardata degli U2 si può dire vinta. Oltre alle hit vengono eseguiti brani meno conosciuti di quel disco, una manna per i fan che aspettavano da anni di ascoltare grandi canzoni come la dura e oscura 'Exit', il cuore nero del disco, l'elegiaca 'One Tree Hill' e 'In God's Country', quintessenza del suono U2 con la chitarra 'spezzettata', marchio di fabbrica di The Edge.

Il concerto prosegue con la storia della band dagli anni '90 a oggi. Apre i bis 'Miss Sarajevo', oggi dedicata ai profughi siriani, con Bono che ringrazia la guardia costiera italiana che salva le vite dei migranti e saluta Nicoletta Mantovani, la vedova di Luciano Pavarotti, la cui voce registrata è parte della canzone. Poi é tempo di hit: i sessantamila dell'Olimpico cantano all'unisono il ritornello di 'Beautiful Day' e saltano sulle scariche rock di 'Elevation' e 'Vertigo', mentre 'Ultraviolet' diventa un altro momento politico del concerto. Bono la dedica alle loro madri e alle loro mogli, ma anche alle donne coraggiose della storia. Nel variegato pantheon che scorre sullo schermo, tra Rosa Parks, le suffaggette, Angela Merkel, le Pussy Riot e Patti Smith, fanno capolino anche Emma Bonino e l'ex sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini. 'One', con la prima strofa cantata solo dal pubblico, porta verso la fine di un concerto magnifico, affidata a una nuova canzone che farà parte del prossimo album 'Songs of Experience', la ballad pianistica 'The Little Things That Give You Away'. Un segnale che dopo questo tuffo meraviglioso nel passato gli U2, come sempre, torneranno a guardare avanti. E stasera con l'Olimpico ancora sold out si replica per il secondo concerto italiano di Bono e compagni.

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