Un doppio album con trenta dei suoi più grandi successi per festeggiare i 25 anni di carriera
Per Max Pezzali arrivano i 50 anni, e con loro i 25 di carriera. Sì, sembra incredibile, ma tanto è passato da quando per la prima volta avete accesso la radio e avete sentito quella strana canzone, con un testo un po' assurdo, ma che era impossibile non cantare.
Era il 1992 e 'Hanno ucciso l'uomo ragno' entrava a gamba tesa nella vita e nei ricordi di intere generazioni. Da quel momento, prima con gli 883 e poi da solo, Pezzali ha saputo crearsi uno spazio tutto suo nell'industria musicale italiana, fino a diventare addirittura un icona. E così, è arrivato il momento di festeggiare e, perché no, anche un po' di autocelebrarsi. Quale modo migliore di un doppio album contenente trenta dei più grandi successi di Max, proprio quelli passati alla radio? Il 17 novembre esce 'Le canzoni alla radio', che non si limita a ricordare il passato, ma guarda al futuro grazie alla presenza di sette inediti.
Oltre a 'Duri da battere', singolo con i featuring di Nek e Francesco Renga con cui Pezzali sarà in tour da gennaio, c'è anche il brano che dà il titolo all'album. "L'idea iniziale ruotava intorno ai pezzi nuovi, però non si poteva far finta che non ci fosse un anniversario, un importante momento di bilancio della carriera. Quindi si è pensato di unire le due cose, in modo da non scontentare nessuno e guardare al presente e al futuro mantenendo un occhio sulla storia che così tanta fortuna mi ha portato", racconta Max. La scelta del titolo dell'album è dettata dall'amore di Pezzali per la radio, tanto da considerarla "l'elemento della mia formazione di una cultura e sensibilità pop".
Ma si ricorda la sensazione della prima volta che ha sentito un suo brano in FM: "Trasmisero la prima canzone degli 883 già nel 1991, 'Non me la menare', poi 'S'inkazza – Questa casa non è un albergo' nel 1992. Ma l'emozione vera venne con 'Hanno ucciso l'uomo ragno'. Quando partì quello, come singolo, fu una botta incredibile. Improvvisamente cominciarono ad ascoltarlo tutti. Ricordo la prima volta in cui l'ho sentita: ero in macchina da solo, in epoca pre-telefonini, non sapevo neanche con chi condividere il momento. Potevo solo fermarmi in una cabina, ma non avrei mai fatto in tempo. Vissi questa emozione da solo, cantando in macchina e sembrando probabilmente un imbecille a quelli nelle macchine vicine".
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