Ancora sconosciuta l'identità di chi ha fornito all'artista la dose di fentanyl rivelatasi poi fatale

La polizia che sta indagando sulla morte di Prince, avvenuta un anno fa, ha trovato nella casa della pop star una grande quantità oppiacei. Lo rivelano alcuni atti giudiziari relativi al caso, dai quali emerge che gli investigatori non hanno ancora identificato chi ha fornito all'artista la dose di fentanyl, potentissima droga ritenuta 50 volte più forte dell'eroina, rivelatasi poi fatale. Stando a quanto riportano le dichiarazioni giurate e i mandati di perquisizione, alcuni dei forti antidolorifici rivenuti nell'abitazione del musicista, che si trova vicino Minneapolis, erano accompagnati da prescrizioni fatte a nome del suo amico e guardia del corpo Kirk Johnson.

I documenti comprendono anche ricerche fatte dal computer di Prince, comunicazioni telefoniche con amici e interviste con i suoi collaboratori. Dalle carte emerge inoltre che l'artista non utilizzava cellulari e che aveva numerosi account di posta elettronica con diversi alias. Lo scorso ottobre negli atti gli investigatori parlavano di "un'indagine per omicidio", ma nessuno è mai stato incriminato con questa accusa.

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