Torino, 26 lug. (LaPresse) – Mick Jagger compie 70 anni, gli ultimi cinquanta dei quali passati a fare la storia della musica. Reduce dal suo ultimo tour ’50 & Counting’, che ha attraversato gli Stati Uniti e ha sfiorato Parigi, Londra e a Glastonbury, per raccontare i primi 50 anni dei Rolling Stones, continua a incassare successi confermandosi, generazione dopo generazione, icona del rock. Una vita di eccessi e trasgressioni perfettamente aderente all’immagine di vero rocker che tutti si aspettano, ma che, diversamente da tanti, sembra essere passata attraverso gli anni lasciando intatto il mito e la forza di Jagger.

Una grinta senza tempo, paragonabile a quella di Bob Dylan, che a 72 anni ha ancora voglia di girare il mondo e portare da un continente all’altro la sua musica. I ‘brutti, sporchi e cattivi’ (così furono chiamati gli Stones per contrapporli ai più rassicuranti Beatles) sono ancora insieme, nonostante la droga, l’alcol, gli eccessi e le donne, vero tallone d’Achille di Jagger e al centro di liti tra i membri del gruppo, soprattutto fra lo stesso frontman e l’amico-nemico di sempre, Keith Richards. Gli Stones non smettono di saltare sul palco, come dimostrato ad Hyde Park a Londra o al festival di Glastonbury dove hanno infiammato la folla.

Ed ecco che la data del 70esimo compleanno del musicista britannico porta gli internauti a fare un singolare confronto, quello tra lo stesso Jagger e Mario Monti. A suon di fotomontaggi, i social network si popolano di battute e ironia. Michael Phillip ‘Mick’ Jagger nato il 26 luglio 1943, Mario Monti il 19 marzo dello stesso anno: stessa classe, poco più di quattro mesi di differenza, che alla rete pare un abisso. “Auguri Mick. A 70 anni si può essere come te o come Mario Monti”, ha scritto un utente di Twitter. Da una parte si vede la chioma fluente del rocker che salta sul palco, dall’altra l’ex presidente del Consiglio con il capello bianco e l’inconfondibile aplomb. Arriva così puntuale un altro commento su Twitter: “Questo dimostra chiaramente che la droga fa meno male della banche”.

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