Tredici casi accertati nel nostro Paese, 200 nel mondo

Tredici casi accertati in Italia e 200 nel mondo, in oltre 20 Paesi. Il vaiolo delle scimmie preoccupa anche se l’Organizzazione mondiale della sanità rassicura: “Possiamo contenerlo” ed “è necessario informare ma non creare ansia”.

Sbagliato paragonare la malattia al Covid, perché il monkeypox è meno trasmissibile e il virus muta meno, come dimostrano le analisi effettuate sui campioni recentemente sequenziati.

Il ministro della Salute Roberto Speranza, invita a “non creare allarmismi” e sottolinea che “è una situazione completamente diversa da quella che abbiamo vissuto” nei due anni passati.

Lo spettro di una nuova epidemia però fa paura e si pensa subito al vaccino: non ne esiste ancora uno specifico ma quello somministrato in Italia fino a 40 anni fa per il vaiolo sembra coprire, almeno in parte, anche il monkeypox. L’Italia ha già 5 milioni di dosi disponibili, “quindi siamo eventualmente preparati”, evidenzia il sottosegretario Andrea Costa.

“Quel che sappiamo al momento – dice Massimo Andreoni, direttore delle malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma – è che la vaccinazione contro il vaiolo protegge bene anche contro questo virus, tanto da essere utilizzata in soggetti che sono ad alto rischio di infezione, perché hanno avuto contatti o perché hanno un’attività zooprofilattica”. “Più difficile stabilire quanto una persona vaccinata 40-50 anni fa sia protetta ancora oggi”, prosegue ma in ogni caso “al momento è ritenuto poco utile vaccinare in modo massivo di fronte a una malattia per la quale, considerato il numero di casi, è scarso il rischio di infettarsi”.

L’Organizzazione mondiale della sanità ribadisce che il contagio avviene prevalentemente da contatti “pelle a pelle, faccia a faccia”, quindi “contact tracing e isolamento” restano le modalità di contenimento migliori. I circa 200 casi registrati di recente in oltre 20 Paesi, tra i quali figura ora anche l’Argentina con il primo caso in Sud America, sono uno sviluppo considerato “inusuale” ma “contenibile”.

Secondo Sylvie Briand, esperta dell’Oms, i casi “possono crescere nei prossimi giorni, siamo solo all’inizio” e al momento probabilmente “vediamo solo la punta dell’iceberg”.

Le paure corrono, anche perché sono ancora insufficienti le conoscenze sul virus, e si intrecciano con geopolitica e tensioni internazionali, con la Russia che chiede all’Oms di indagare sull’attività di laboratori in Nigeria finanziati dagli Usa, in riferimento proprio alla diffusione del monkeypox.

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