Roma, 31 mag. (LaPresse) – “Ho un ottimo rapporto con la signora Merkel, ho sempre detto che se l’Italia o altri Paesi hanno dei problemi, la colpa non è dell’Europa”, ma “l’impostazione non deve essere centrata soltanto sull’austerità”, piuttosto “sulla crescita, l’occupazione e le riforme”. Così il premier Matteo Renzi intervistato da La Stampa. La Germania, ha spiegato, “è un modello, non un nemico”, soprattutto in merito al “mercato del lavoro” o alla sia “struttura pubblica”. E’ fondamentale, però, avverte Renzi, puntare sulla “crescita”, magari puntando ad avere, “tra dieci anni”, “un Paese che sia guida dell’Europa, leader dell’innovazione e capace di attrarre talenti e non di cacciarli”.

E alla luce dei risultati elettorali, Renzi fa la sua analisi. “L’Italia – dice – ha scelto la stabilità e per noi stabilità significa fare riforme molto dure e molto forti” anche perché “il segnale delle urne non si presta ad equivoci”. “È la prima volta dal 1958 – spiega il presidente del Consiglio – che un partito prende più del 40 per cento, allora credo fosse al governo Fanfani: 56 anni fa”. Quanto basta, spiega, per per portare a compimento il suo progetto di riforma, da quella elettorale, “approvata in prima lettura”, a quella del lavoro, che “è già stata avviata”, dalla riforma della Pubblica amministrazione che “sarà attuata il 13 giugno”, fino a quella della giustizia, la quale “sarà presentata entro giugno”.

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