Di Nadia Pietrafitta

Strasburgo (Francia), 13 gen. (LaPresse) – Il verso dell’Europa è cambiato. È quello giusto. E cambiato – tra Bruxelles e Strasburgo – è anche il vocabolario utilizzato lungo i corridoi delle istituzioni Ue, con i leader del Vecchio continente finalmente attenti anche a crescita e investimenti. Ecco perché Matteo Renzi, concludendo a Strasburgo il semestre di presidenza italiana dell’Unione e tracciando un primo bilancio, continua a dirsi ottimista.

“DOBBIAMO FARE DI PIU'”. “Se sono soddisfatto?”, si chiede in un’aula piena a metà, affollata soprattutto dagli europarlamentari di casa nostra. “Chi fa politica non è mai soddisfatto, se no è meglio che cambi mestiere. Stiamo andando nella giusta direzione, ma dobbiamo fare di più – avverte – Noi siamo pronti a fare la nostra parte, a credere nell’investimento sulla flessibilità”.

“UE CAMBI O SARA’ FANALINO DI CODA”. “L’Italia, assicura Renzi, sta cambiando. Sta dimostrando di essere in grado di risolvere in casa propria i problemi che ancora la tormentano. Adesso, però, “i fatti” devono venire dall’Europa: “o cambia marcia nell’economia o diventa fanalino coda di un mondo che cambia rapidamente”, è la previsione del premier italiano. Non solo parametri e “zero virgola”, anche se oggi possiamo dire che l’atteggiamento tenuto sull’austerità “è stato un errore”.

“A PARIGI UN POPOLO CHE NON SI RASSEGNA”. L’obiettivo tracciato da Renzi in occasione del discorso di apertura del semestre italiano era quello di “riscoprire l’anima dell’Europa”. E qualcosa è stato fatto, stando alle parole del premier italiano. Se, infatti, nel ‘selfie’ dell’Ue immaginato da Renzi lo scorso 2 luglio emergeva “il volto della stanchezza, della rassegnazione, della noia”, la foto scattata oggi dal premier è quella “storica” della manifestazione di Parigi. “Non quella dei leader, ma quella di un popolo – è la sottolineatura – Di donne e uomini che non si rassegnavano al terrore. Perché l’Europa è di più di ogni minaccia”. “I nostri nemici – dice – non potendo ucciderci puntano a cambiare il nostro modo di vivere e noi non possiamo consentirlo a nessuno”.

LA BOUTADE CON SALVINI. Il percorso tracciato da Renzi in questi sei mesi continua. Dopo aver invitato un’intera generazione “a riscoprirsi Telemaco” (il figlio di Ulisse, che non poteva passare la vita aspettando, ndr) e “meritare l’eredità” dei padri dell’Europa, il presidente uscente dell’Ue si rifà questa volta al mito di Ulisse, citando le parole di Dante. “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”, declama in aula. La citazione viene accolta con qualche brusio da parte di Matteo Salvini. “Buuu – tuona dagli scranni il leader della Lega Nord – non ti ascoltano neanche i tuoi, stai parlando al deserto”. “Capisco che leggere più di due libri per qualcuno di voi non è facile – replica Renzi – ma il Parlamento Ue è di fronte a un bivio: scelga se ‘viver come bruti’ – insiste – inseguendo un messaggio demagogico alla ricerca di mezzo punto percentuale in più” che non potrà “cambiare l’Europa o se seguire la virtù che significa fare dell’Europa il luogo del futuro e della speranza”.

GRILLO: RENZI? E’ IL NULLA CHE PARLA. Salvini non è l’unico a non apprezzare le parole del premier. In piccionaia, sulle tribune destinate ai visitatori, a intervento appena iniziato fa ingresso Beppe Grillo. “È il nulla che parla, è fantastico. La voce del nulla. Sono stati mesi fantastici – commenta ironico il leader M5S con tanto di applauso – È migliorata molto l’Europa”. Renzi non ci sta: in questi sei mesi, ribadisce nel corso di una conferenza stampa, “sono stati fatti dei passi in avanti importanti. Se quello che si è fatto in sei mesi per flessibilità e investimenti si fosse fatto nei sei anni precedenti – accusa – oggi l’Europa non sarebbe vicina alla deflazione”.

JUNCKER: PRESIDENZA ITALIANA HA LAVORATO BENE. I risultati ottenuti dalla presidenza italiana vengono riconosciuti e applauditi anche del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker (“Senza la presidenza italiana la Commissione Ue avrebbe avuto difficoltà ad avanzare rapidamente sul Piano degli Investimenti”) e dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz (“Il Governo italiano ha lasciato l’immagine di governo molto competente. È stato un grande successo”) e se è vero che in Italia la situazione economica stenta a ripartire, “attribuire la responsabilità” della mancara ripresa “ai ministri economici” rimane “poco più di una barzelletta”. Ecco perché la squadra di Governo “è questa” e non cambia. Anche perché, sottolinea il premier, “il campionato dura una legislatura non un anno”. Nel 2018 “vedremo se avremo chiuso il campionato mettendo qualche segno più o no”.

“PROSSIMO CAPO DI STATO SIA ARBITRO SAGGIO”. La prossima partita che attende “la squadra” di Renzi è indubbiamente quella del Quirinale, con Giorgio Napolitano (lungamente applaudito a Strasburgo) che domani dovrebbe lasciare. Chi verrà dopo di lui, ribadisce Renzi, dovrà avere il profilo “di un arbitro saggio”, come delineato dalla Costituzione, e non quello “di un giocatore di una delle due squadre”. In ogni caso, assicura, sarà “una personalità di grande livello”. Il Governo è poi in campo anche sul fronte della riforma del Senato e di quella della legge elettorale. “Dobbiamo scappare a finire le riforme costituzionali in Italia – dice lasciando Strasburgo – credo che ci siano stati dei voti segreti che sono andati bene”.

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