Roma, 16 gen. (LaPresse) – "Ho ascoltato le aziende e le loro preoccupazioni, che sono anche le mie, per le possibili conseguenze dell'emendamento proposto al decreto semplificazioni, attraverso il quale si vorrebbe vietare lo svolgimento di tutte le trivellazioni in mare, incluse quelle già autorizzate. La posizione che ho già espresso pubblicamente è di forte contrarietà a questa impostazione, per una lunga serie di motivi". Così Vannia Gava, sottosegretario all'ambiente, ha incontrato questa mattina al Senato i rappresentanti di alcune aziende che si occupano dell'approvvigionamento energetico nel mare. "Bloccare questo comparto porterebbe con sé dei gravi problemi di approvvigionamento di energia per un Paese come il nostro che dipende per il 90% dall'estero contro una media europea del 54%. Fermare questo comparto metterebbe poi in crisi moltissime aziende, con la conseguente perdita di posti di lavoro, altro aspetto inaccettabile – ha aggiunto – Infine, ma certo non ultimo, revocare autorizzazioni già concesse, che hanno già ottenuto i permessi previsti, significherebbe certificare che in Italia è impossibile investire, perché anche autorizzazioni già sancite possono essere messe in discussione da un giorno all'altro. La politica energetica di un paese è un tema importante e fondamentale, che non va affrontata a colpi di emendamenti ma affrontata in modo ampio, organico e con il coraggio di guardare avanti tenendo i piedi ben piantati nel presente, sapendo che dell'energia abbiamo bisogno e che con i soli no non si va da nessuna parte, mentre questo paese ha bisogno di andare avanti".
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