Attesa un''ondata arancione' sabato 10 novembre. E la manifestazione rischia di diventare un flusso inarrestabile di dissenso pronto a travolgere l'amministrazione torinese

Potrebbe realmente trasformarsi in una nuova 'marcia dei 40mila' quella di sabato 10 novembre a Torino. Gli imprenditori, le associazioni di categoria e degli ordini professionali hanno infatti confermato la loro partecipazione alla grande manifestazione organizzata a difesa della Tav: una protesta nata dalla società civile, con un tam tam sui social, dopo la votazione in Consiglio comunale di un ordine del giorno della maggioranza 5 Stelle per lo stop all'opera. Una marcia che vuole essere a-partitica e a-politica tanto che anche le associazioni datoriali scenderanno in piazza senza etichette ma "con la forte consapevolezza dell'importanza del ruolo di cittadini che amano questo Paese". Parallelamente, fanno sapere, le sedi regionali si muoveranno con quelle nazionali per promuovere una iniziativa, sempre a Torino, sul tema più ampio delle infrastrutture.

Su Facebook la pagina 'Sì, Torino va avanti' in pochi giorni è arrivata già a 34mila membri, mentre una petizione lanciata su change.org a sostegno della Torino-Lione dall'ex sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Bartolomeo Giachino ha superato le 50mila adesioni. E se i numeri supereranno le attese, quelle 40mila presenze che evocano la marcia dei colletti bianchi della Fiat del 1980, la manifestazione rischia di diventare un flusso inarrestabile di dissenso pronto a travolgere l'amministrazione torinese. La sindaca Chiara Appendino ha mostrato già i primi cenni di apertura ribadendo di voler essere "garante" della protesta anche nei confronti del governo.

"Sulla Tav la decisione spetta al governo; un Consiglio comunale o un sindaco non hanno il potere di bloccare un'opera, non è il loro compito", ha insistito Appendino lanciando un appello all'esecutivo perché concluda in fretta con l'analisi costi-benefici.

E mentre il vicepremier e capo politico M5S, Luigi Di Maio, rimarca di non ritenere la Torino-Lione "un'opera strategica per il Paese" e la Lega fatica a mascherare il proprio favore al progetto per non esasperare i rapporti con l'alleato di governo, il movimento dal basso si sta organizzando, puntando a diventare un'onda arancione, come il colore del logo della pagina di 'Sì, Torino va avanti'. Una delle promotrici, l'imprenditrice informatica Giovanna Giordano Peretti, ha invitato a indossare qualcosa di arancio e a decorare finestre e vetrine per caratterizzare l'iniziativa di sabato.

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