Ma Toninelli difende la relazione: "Non ci sono numeri inventati. Quella ufficiale è solo quella di Ponti"

"No". In maniera lapidaria, il ministro dell'Interno Matteo Salvini risponde a chi gli chiede se l'analisi costi benefici sulla Tav l'avesse convinto. Arrivando alla presentazione del rapporto Coldiretti sulle Agromafie il responsabile del Viminale aveva spiegato di aver letto tutti gli incartamenti: "Posso solo dire che più veloce viaggiano merci e persone meglio è". 

La relazione convince invece il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: "Sulla base di quella relazione avremo modo di confrontarci in modo sereno. Ciascun ministro avrà modo di dare un contributo al dialogo che avremo. Non c'è nessuna spaccatura".

Il divario di posizioni tra Lega e M5s è però evidente. Anche il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli difende il testo: "Nell'analisi costi-benefici ufficiale non ci sono numeri inventati, sono numeri che ci ha fornito la società italo-francese". E si scaglia contro Pierluigi Coppola, il tecnico che non l'ha firmata e ne ha presentata una indipendente: "È una sola, quella del team di Ponti di cui Coppola ha dato un aiuto di tre pagine. Da una parte c'è una relazione ufficiale dall'altra parte una relazione di un non economista", sottolineando come la squadra dei commissari guidati dal professor Ponti "ha lavorato in maniera totalmente indipendente".

Totalmente opposto il parere di Paolo Foietta, che, nel suo ultimo giorno da commissario di governo sulla Torino-Lione, presenta in conferenza stampa il documento di 'lettura critica' all'analisi pubblicata dal Mit. L'analisi costi-benefici "è un documento omertoso perché dà numeri ma non spiega il processo per cui si è arrivati a quella cifra", dice Foietta, parlando di un dossier "strano in cui i numeri non tornano" e in cui sono evidenti "errori macroscopici". Da qui la volontà di pubblicare sul sito dell'Osservatorio per l'asse ferroviario Torino-Lione la sua 'lettura critica' che sarà anche messa a disposizione del governo e della struttura tecnica di missione del Mit. "Ribadisco la mia piena disponibilità, anche dopo l'imminente fine del mio mandato (domani 15 febbraio, ndr) – spiega Foietta – al confronto e alla discussione di merito su tutti gli argomenti trattati". 

Quella del professor Ponti sulla Tav, continua, "è una teoria assolutamente legittima che va bene discutere in sede universitaria ma che se fosse applicata dallo stato italiano, nella modalità definita in questa analisi, costituirebbe la fine del trasporto ferroviario delle merci in Italia". Il problema, secondo Foietta, "non è il professor Ponti" come persona "ma quello che pensa".
 

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