Roma, 16 feb. (LaPresse) – La linea non cambia. Sulle riforme c’è chi ha vinto e c’è chi ha perso. Matteo Renzi non ha dubbi: “Le forze della palude sono rimaste impantanate e sconfitte”. Il premier giudica come “non positivo” l’Aventino attuato dalle opposizioni, ma tiene il punto: “Speriamo che rientrino ma noi non ci facciamo fermare”. Farlo, sottolinea, significherebbe accettare l’idea che “l’arma dell’ostruzionismo” possa fermare il lavoro di chi ha la responsabilità di cambiare il Paese, lasciando che in questa legislatura “il sì e il no lo danno le opposizioni e non la maggioranza”.

AVANTI CON RIFORME FINO A 2018, CON O SENZA FI – L’attenzione del segretario Pd si concentra soprattutto su quanto accaduto all’interno del partito di Silvio Berlusconi, arrivato a decidere di strappare il patto del Nazareno. “Il derby dentro Forza Italia – chiarisce – è tra chi vuole far fallire le riforme e andare subito a votare e chi vuole arrivare al 2018. Non so chi vincerà, so che noi arriveremo al 2018 facendo le riforme. Speriamo anche con loro”. “Qualcuno – ha aggiunto -ha detto che se non c’è Fi non si votano le riforme. Posizione discutibile, perché vorrebbe dire lasciare decidere a Brunetta cosa si fa”.

NO A VETI O A ‘DO UT DES’ – Renzi non chiude al dialogo, ma non accetta logiche di scambio o diritti di veto. “Non avendo dato diritto di veto al Pd non lo diamo neanche a Brunetta”, ribadisce, sottolineando come sia necessario “tenere aperto il filo” del dialogo ma “non con un mercimonio degli emendamenti”. Questo, è la sottolineatura, “non è il mercante in fiera ma la Carta costituzionale, non possiamo pensare che sia accettabile un ‘do ut des’ rispetto alla presenza in Aula”. La proposta del segretario Pd è quindi quella di continuare a cercare “in modo costante e tenace” le ragioni degli accordi e delle intese con tutte le opposizioni, senza dimenticare che è al Pd che “spetta il compito di guidare la macchina e non rallentare”.

RIMETTERE IN MOTO ITALIA CONTRO FRONTE PAURA – Il segretario Pd torna poi a parlare dell’importanza della comunicazione. Per farlo cita il film ‘Birdman’ del regista Alejandro Inarritu: “un messaggio strepitoso – spiega -, la dimostrazione di come nel nostro tempo la comunicazione ha assunto un ruolo pervasivo e efficace” al punto da far diventare “snob o velleitario” dire “noi ci occupiamo di contenuti”. Se questo vale per la guerra, è il ragionamento del premier, vale anche per la politica di casa nostra e per la sua “narrazione”. “Oggi – sottolinea Renzi – vediamo insieme Brunetta, Salvini, Grillo e purtroppo, spiace dirlo, anche un parte di Sel, che raccontano che va tutto male, che non c’è speranza per l’Italia. Di fronte a questo racconto tutto basato sulla paura la nostra narrativa, il nostro racconto agli italiani basato su atti concreti deve essere per un’idea di futuro non visto come il luogo della minaccia ma della rinascita”. “Possiamo discutere, anche litigare”, conclude Renzi, ma tenendo presente che “la responsabilità di rimettere in modo l’Italia passa anche da noi”.

MINORANZA CHIEDE RIAPERTURA DIALOGO – L’appello a discutere lanciato dal premier non cade certo nel vuoto. Pronte arrivano, infatti, le richieste della minoranza Pd sul fronte delle riforme. “Non aiuta indicare in modo indistinto tutte le forze dell’opposizione come forze della palude – attacca Stefano Fassina, intimando l’alt a Renzi -. Non credo ci aiutino battute su presunta nostalgia del patto del Nazareno, le riforme costituzionali e legge elettorale da soli non si fanno”. Il presidente del Consiglio, è l’invito dell’ex viceministro dell’Economia, indichi alcuni punti sui quali aprire un confronto. “Ne va delle qualità delle riforme se le regole del gioco le scrive il più forte di turno”, sottolinea. Dello stesso avviso Alfredo D’Attorre: “Piantiamola con queste battute sugli orfani del Nazareno, qui nessuno rimpiange il Nazareno. Quello che è accaduto è la conseguenza degli errori del Nazareno, di aver impostato la discussione solo su Berlusconi e Verdini. E’ il rifiuto del metodo parlamentare che ci ha portato dentro questo pasticcio. Serve un’iniziativa politica per cambiare, per tornare a un metodo parlamentare che coinvolga tutte le opposizioni, non solo Forza Italia”. “Matteo, hai gestito con abilità e saggezza l’elezione di Mattarella. Io – dice invece Gianni Cuperlo – ti rivolgo questo appello: se puoi, se credi sia giusto, riparti da lì. Non puntare sulla sola forza dei numeri ma investi sulla cultura e sullo stile della politica, e invita il tuo gruppo dirigente a essere persone che ragionano e non solo esecutori”.

ITALIA IN POLE POSITION IN GRAN PREMIO RIPRESA – Renzi dedica poi un passaggio alla situazione economica, ricordando i segnali di ripresa arrivati negli ultimi tempi grazie alle decisioni prese dall’Ue e dalla Bce. “Aver inciso sulle situazioni economiche – afferma il premier – permette all’Italia di essere in pole position per correre il gran premio della ripresa. Noi stiamo cercando di cambiare la politica economica europea”. Adesso si vedono le “condizioni della ripresa” e bisogna far sì “che non sia soltanto un breve arcobaleno dopo la pioggia, ma un grande periodo di bel tempo”.

IN CDM DI VENERDì MISURE DI SINISTRA E PER CONCORRENZA – Per mantenere “il bel tempo” il Governo è al lavoro. Il premier annuncia per il Consiglio dei ministri in programma per venerdì “misure un po’ più di sinistra”: dai decreti attuativi “per la fine della miriade di co.co.co” al decreto sulla maternità e quello che consente di superare il modello vecchio stile di precariato, la fatturazione elettronica per superare lo scontrino di carta e norme di aiuto alle aziende che vogliono investire su Expo. In più, Renzi annuncia un disegno di legge sulla concorrenza “che sia un ulteriore passo verso una maggiore liberalizzazione di alcune realtà, ma non sia percepita come un attacco alle certezze di cui ha bisogno il nostro sistema”.

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