Roma, 9 lug. (LaPresse) – In quest’Aula, come già avviene nella Prima Commissione, decideremo la nuova forma di democrazia e il futuro del paese. Non certo un argomento da calendarizzare ‘ove concluso’ una settimana dopo l’altra nell’ordine del giorno di questa Assemblea”. Così il presidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, Mario Ferrara, intervenendo nell’Aula del Senato sul ddl Riforme.

“Voglio rinnovare questo invito al governo – ha aggiunto – visto che Bersani questa mattina ha ricordato che le riforme non sono uno scalpo indiano da portare nelle riunioni europee, la prossima quella del 16 luglio. Ho già ricordato ieri che precedentemente, nell’inverno del 2004, la discussione sulla riforma costituzionale impegnò quest’Aula dal 22 gennaio al 26 marzo e solo l’11 marzo la conferenza dei capogruppo, a maggioranza, decise che il ddl avrebbe dovuto essere calendarizzato per il 26 marzo. Il presidente Angius, presidente del più grande gruppo di opposizione, sottolineò che non c’erano precedenti nella storia repubblicana. Oggi, non solo violiamo quei precedenti, ma cerchiamo di portare in Aula un ddl che dovrebbe essere meglio meditato, più puntualizzato e se si volesse fare diversamente si potrebbe riprendere il ddl del 2004 anziché discutere del sesso degli angeli. Anche perché quello che si preannuncia è che poi alla Camera quello che non abbiamo avuto il coraggio di fare qui lo faranno i deputati. Si verrà poi a discutere della legge elettorale e in quel caso si dovrà discutere di una legge elettorale che assegna a una camera la possibilità di eleggere il presidente del Consiglio, il Capo dello Stato, la Corte Costituzionale senza nessun controllo degli eletti del popolo perché saranno dei nominati”.

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