Roma, 29 apr. (LaPresse) – I futuri senatori dovranno essere indicati dai consiglieri regionali, lasciando alle Regioni la modalità di scelta sul come. E’ questa la proposta di mediazione che il segretario del Partito democratico e presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha avanzato nel corso dell’assemblea dei parlamentari Dem a Palazzo Madama questa mattina. Una proposta che dovrebbe far convergere tutto il gruppo del Pd in Senato verso un’intesa sul testo base, che Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli (Lega Nord) presenteranno domani in commissione Affari costituzionali sulla riforma costituzionale del Senato e del Titolo V. Quella di trovare un punto di contatto tra le diverse anime del Pd è stata sicuramente una scelta quasi obbligata per il premier, dopo le continue pressioni anche da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato, nel corso del faccia a faccia di sabato al Quirinale, avrebbe infatti esortato Renzi a sedare le spaccature nel partito e trovare una soluzione il più possibile condivisa, anche con le altre forze politiche presenti in Parlamento sul disegno di legge di riforma costituzionale.

Senza, però, avrebbe chiarito, darsi il termine del 25 maggio, per salvare il provvedimento dal diventare un bersaglio per la campagna elettorale delle Europee. L’obiettivo sembra quindi essere stato raggiunto. Già nel corso della riunione diversi senatori Dem su Twitter hanno sottolineato il “clima costruttivo e positivo” in assemblea, e anche Francesco Russo, uscendo dall’assemblea, ha confermato che “le posizioni si sono avvicinate: si va verso un Senato con competenze importanti, un Senato delle autonomie”. Lo stesso Renzi parlando in assemblea ha avvertito “faremo tutti gli sforzi fino all’ultimo giorno per trovare un punto comune, altrimenti sono pronto a fare un passo indietro. A tutti i costi io non ci sto, o così o vado a casa”. Adesso la palla passa alla commissione Affari costituzionali, che domani, al massimo lunedì 5 maggio riceverà il testo base dei relatori sulla riforma. Anche se i senatori sembrano far quadrato intorno a Renzi, lo stesso premier però sa benissimo che i voti del suo partito non bastano per portare a casa l’approvazione del provvedimento. Ecco perché ha ribadito in assemblea al Senato che “tenere dentro Forza Italia è doveroso, vuol dire agli italiani che non ci stiamo scrivendo le regole da soli”.

Il segretario del Pd parla anche di Berlusconi, giudicando “inaccettabili” le sue dichiarazioni, quanto quelle di Grillo, su Napolitano, ma avverte i suoi, per mantenere sempre alta la guardia, “guai a sottovalutare Berlusconi, guai ai risolini sui cani e i gatti”. Renzi sa che in campagna elettorale il leader azzurro non deve temere nessuno, ecco perchè sul fronte mediatico la battaglia tra i due è già ai ferri corti.

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