Dal nostro inviato Fabio De Ponte

New York (New York, Usa), 29 set. (LaPresse) – “Se il nuovo governo libico ce lo chiederà, l’Italia è pronta ad assumere il ruolo guida in un meccanismo per l’assistenza alla stabilizzazione del Paese autorizzato dalla comunità internazionale”. Il premier Matteo Renzi sceglie il palco più importante, quello del dibatitto generale dell’assemblea delle Nazioni unite, per annunciare che l’Italia vuole stare in prima fila nella gestione della crisi libica. “I fratelli libici – dice – devono sapere che non sono soli, che l’assemblea generale dell’Onu non si è dimenticata di loro e l’Italia è pronta a collaborare con un governo di unità nazionale, e a riprendere la collaborazione in settori chiave per ridare alla Libia un futuro”.

“UN NEMICO PERICOLOSO ALLE PORTE”. Un discorso, quello di Renzi, centrato sul rifiuto della paura e del terrorismo, un tema sul quale, ha spiegato, l’Italia non si tirerà indietro: “Mai come in questo momento – ha detto – un nemico pericoloso sta alle nostre porte: Daesh, il nemico del terrorismo e dell’estremismo. Per questo attraverso i carabinieri siamo fieri di essere il paese leader nell’addestramento delle forze di polizia in Iraq, fondamentale per garantire la quotidianità, la possibilità per una famiglia di tornare a casa, per una mamma di dare serenità ai propri figli. E continueremo – ha aggiunto – con la coalizione, in particolare con Usa e Arabia saudita, il nostro ruolo guida nel contrasto al finanziamento di Daesh”.

LA CANDIDATURA AL CONSIGLIO DI SICUREZZA. Ed è ancora per questo, ha continuato, che l’Italia non si tira indietro e si candida a occupare un seggio non permanente del Consiglio di sicurezza alle elezioni che si terranno l’anno prossimo, per il biennio successivo.

I CASCHI BLU DELLA CULTURA. Non solo, ma offre anche il proprio supporto per difendere il patrimonio culturale mondiale. “Abbiamo in Italia – spiega – la più alta concentrazione al mondo di siti Unesco e ci candidiamo a essere custodi della cultura nel mondo portando avanti azioni concrete, sia da qui a New York, sia a Parigi con l’Unesco, per la conservazione della cultura. Sulla base di un modello che abbiamo sviluppato in casa nostra, proponiamo di realizzare una task force con membri militari e civili per operazioni di tutela e ricostruizione dei siti storico-artistici, che sarà a disposizione dell’Unesco e potrà essere schierata nel quadro delle missioni di pace dell’Onu”.

“LA QUESTIONE DEI RIFUGIATI NON E’ DI NUMERI MA DI PAURA”. Renzi ha citato la vicenda ucraina, la questione dei rapporti Usa-Cuba, l’accordo sul nucleare iraniano. Ma soprattutto la questione rifugiati del Mediterraneo. “La questione dei rifugiati non è una questione di numeri ma di paura”, ha detto. “In mitologia – ha ricordato – Fobos era il dio della paura. Era in grado di far perdere anche i migliori eserciti. Per questo Sparta aveva eletto un grande tempio a Fobos. L’Europa è nata per sconfiggere la paura”.

I NOMI DEI BAMBINI NATI SULLE NAVI MILITARI ITALIANE. Oggi “porto la voce del popolo italiano – ha spiegato – generoso e responsabile, che salva ogini giorno centinaia di fratelli e sorelle nel Mediterraneo”. “Tanti di noi – ha ammonito – si sono commossi questa estate di fronte alla crisi dei migranti per le immagini di un piccolo bambino che si è addormentato, che è stato ucciso sulla spiaggia, che non ha potuto vedere il futuro. Ora vorrei che ciascuno di noi tenesse in mente quella immagine per fare del proprio meglio”. Ma Renzi ha voluto chiudere con un messaggio di speranza e di ottimismo: “Tanti bambini sono morti, ma per tanti di quei bambini che non ci sono più voglio ricordare i nomi di quelli che sono nati: Diabam, Salvatore, Idris Ibrahim, Francesca Marina. Sono alcuni dei bambini nati a bordo delle navi della marina militare italiana impegnate nelle operazioni di soccorso”.

Ora serve che “la politica recuperi dignità”, che “la vecchia Europa nata in nome del coraggio non ceda alla paura. L’Italia farà orgogliosamente la sua parte”, ha concluso, raccogliendo un deciso applauso della platea.

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