Il premier ricoda Pio La Torre. Oggi a Reggio Calabria, Catania e Palermo ha siglato diversi patti. Contestato da lavoratori

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha firmato i patti con la città di Reggio Calabria e la Regione Calabira nel Museo archeologico dove sono custoditi i bronzi di Riace. "Per i prossimi due anni lasciamo le polemiche ai professionisti della polemica a chi dice sempre di no a quelli che cambiano casacca, a chi per parlare male dell'Italia vive nella mondo del no, ha detto il premier nel celebre museo di Reggio Calabria.

CONTRO CRIMINALITA'.  "Siamo in prima fila con i giudici, le forze dell'ordine e della società civile contro la criminalità". Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel Museo archeologico di Reggio Calabria per la firma del patto con la città e la Regione.

SULLE CONTESTAZIONI. "Il paradosso della situazione italiana, non solo calabrese, è il fatto di essere sempre sospesi tra un atteggiamento in cui le cose che stiamo facendo sono un passo in avanti e l'atteggiamento per cui tuttavia c'è ancora molto, molto da fare", ha sottolineato il premier. "Chi contesta e si lamenta di occasioni perdute spesso ha ragione, ma questo atteggiamento non serve: serve a migliorare, ma adesso questo museo è aperto". Renzi ha annunciato di aver incontrato i lavoratori in protesta di fronte al Museo archeologico di Reggio Calabria.
 

QUALCHE CREDITO IN PIU'.  Il premier Matteo Renzi è arrivato in ritardo a Catania perché l'aeroporto locale ha dovuto sospendere temporanemente  le sue attività a causa di un atterraggio di emergenza di un Fokker 50 della Air Vallé. In merito alla situazione delle banche in Italia, Renzi auspica "qualche banchiere in meno e qualche credito in più". "E lasciatemelo dire – ha scandito il premier a Catania – in America, chi nella Silicon Valley fallisce non è poi considerato un appestato: qui bisogna avere il coraggio di fare delle regole per cui uno ci può provare", mentre gli istituti di credito "facciano queste benedette fusioni".
 

LOTTA ALLA MAFIA.  Avere portato un fiore sulla lapide di Pio La Torre "è un modo per dire che la lotta contro la criminalità, la  mafia e tutte le forme di illegalità non è una priorità degli uni contro gli altri, ma di tutti gli italiani e deve essere una battaglia che deve unire tutte le persone per bene". Così il premier Matteo Renzi da Palermo, nel giorno del trentaquattresimo anniversario della morte di Pio La Torre, sindacalista siciliano, parlamentare e, all'epoca, segretario regionale del Pci, ucciso dalla mafia il 30 aprile del 1982.

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