Il ministro torna sulla frase 'incriminata' che ha scatenato polemiche nei giorni scorsi

"Io penso che sia importantissimo per le persone ciò che sanno, che studiano e imparano. Ed è altrettanto importante l'esperienza che fanno, la possibilità di conoscere aziende, mettersi alla prova, essere in condizioni di dimostrare a sè e agli altri quello che sanno o che vogliono fare. Quindi continuò a pensare che è importante una grande formazione e un grande sapere, ma è altrettanto importante avere una vita sociale e fare esperienze, essere in grado di gestire un sistema di relazioni. Cose che quando si parla di occupazione tutte le imprese dicono". Così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, a margine dell'inaugurazione al carcere milanese Opera dello sportello Afol per il lavoro per i detenuti, risponde ai cronisti in merito alla polemica sulla sua frase sul calcetto e il curriculum nella ricerca di occupazione. "Chi fa selezione del personale dice: 'Ministro, io cerco di capire che cosa il candidato sa'. Quindi il sapere e l'essere sono due cose fondamentali nella ricerca del lavoro. Ma questa non è certo una novità che scopre questo ministro", aggiunge Poletti.

"E' meritocrazia – sottolinea il ministro -, perché se teniamo insieme il sapere e il saper essere non facciamo un favore a qualcuno, ma una cosa diversa. Stiamo dicendo ai nostri giovani 'fate esperienze e verificate le vostre conoscenze fatte di saperi che si maturano nello studio, ma anche di altre conoscenze e si realizzano nel fare'. Sono due elementi e componenti che nella costruzione dei profili professionali e dei modi di affrontare il tema dell'occupazione sono quelli giusti".

 

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