"Ho capito che dovevo restare per evitare che il Pd si trasformasse nel PdR, nel partito di Renzi"

"Non è vero che ho fatto dietrofront, non ho tradito Rossi e Speranza. Ho riflettuto molto, ho deciso lunedì all'una di notte, dopo avere sentito centinaia e centinaia di amici, amministratori, semplici militanti. Ho capito che dovevo restare per evitare che il Pd si trasformasse nel PdR, nel partito di Renzi. Lui non vedeva l'ora che ce ne andassimo tutti, ma io non voglio fargli il favore della scissione. E spero ancora che Rossi, Bersani e Speranza ci ripensino, rimangano a fare una battaglia unitaria nel partito. Se diventerò segretario e anche se dovessi perdere il congresso farò di tutto per riportarli a casa". Sono le parole di Michele Emiliano in un'intervista a La Stampa, poco dopo il suo intervento alla direzione del Pd dove ha annunciato la sua candidatura alla segreteria, rompendo il tridente con Enrico Rossi e Roberto Speranza.
 

"Cosa facciamo se usciamo dal partito? I Ds in miniatura, una piccola Cosa rossa dietro la quale c'è D'Alema? Non funzionerebbe, non avrebbe successo. Abbiamo provato a far cambiare idea a Renzi, ad aprire una riflessione programmatica, a rinviare le primarie a fine anno, abbiamo minacciato la scissione ma lui non vuole nessuno tra le scatole, al massimo un candidato alternativo debole e di comodo. Ecco, noi questo lo dobbiamo impedire. E poi D'Alema e bandiera rossa…, basta", ha spiegato il governatore della Puglia.
"Io volevo veramente che Renzi facesse di tutto per tenerci dentro – racconta Emiliano – che ascoltasse quello che gli consigliavano Franceschini, Delrio, Orlando, e anche Gentiloni. Ero convinto che avesse saggezza e invece niente, un sordo che vuole essere velocemente riconfermato segretario prima delle amministrative: teme di indebolirsi e vuole andare presto a elezioni anticipate".
 

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