L'aula della Camera ha approvato con 268 voti favorevoli, 36 contrari e 112 astenuti il testo unificato di riforma dei partiti

Trasparenza e metodo democratico: la Camera dà il via libera al testo unificato di riforma dei partiti, che ora passerà all'esame del Senato. Il provvedimento, approvato con il sì di Pd e Ap (M5S, Fi, Lega e Fratelli d'Italia si sono astenuti), ha l'obiettivo di dare attuazione all'articolo 49 della Costituzione, promuovendo la "trasparenza dell'attività dei partiti, movimenti e gruppi politici organizzati" rafforzando "i loro requisiti di democraticità, al fine di favorire la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita politica".  L'aula della Camera ha approvato con 268 voti favorevoli, 36 contrari e 112 astenuti il testo unificato di riforma dei partiti

Il testo ha 'perso per strada' rispetto alla versione originaria firmata da Lorenzo Guerini l'obbligo per i partiti di avere uno statuto (norma non gradita al M5S) , ma per partecipare alle elezioni  è comunque necessario presentare una dichiarazione (sottoscritta dal legale rappresentante e autenticata dal notaio) che indichi alcuni elementi minimi di trasparenza. In particolare il legale rappresentante del partito o del gruppo politico organizzato, il soggetto che ha la titolarità del contrassegno depositato e la sede legale nel territorio dello Stato; gli organi del partito o del gruppo politico organizzato, la loro composizione nonché le relative attribuzioni; le modalità di selezione dei candidati per la presentazione delle liste. Previsto anche l'obbligo di affidare l'uso del simbolo e del nome al partito e non ad un singolo.

Sul fronte della trasparenza, poi, il testo prevede, in particolare, la pubblicazione, in un'apposita sezione del sito internet del ministero dell'Interno denominata 'Elezioni trasparenti', dei seguenti elementi: il contrassegno di ciascun partito o gruppo politico organizzato; lo statuto ovvero la dichiarazione di trasparenza; il programma elettorale; le liste di candidati presentate per ciascun collegio. Vanno pubblicati, inoltre,  il numero, la composizione e la durata degli organi deliberativi, esecutivi e di controllo, le modalità di selezione delle candidature, l'organo investito della rappresentanza legale.

Più trasparenza anche per quel che riguarda fondi, beni e finanziamenti ai partiti, con pene più severe per i trasgressori (che arrivano all'interdizione dei pubblici uffici). "Nella apposita sezione del sito internet, denominata 'Trasparenza', di ciascun partito, movimento e gruppo politico organizzato, – prevede la legge – è pubblicato in maniera facilmente accessibile l'elenco di tutti i beni immobili, dei beni mobili registrati e degli strumenti finanziari di cui sia intestatario il partito, movimento e gruppo politico organizzato medesimo". Tale elenco è aggiornato dal partito, movimento e gruppo politico organizzato entro il 15 luglio di ogni anno". In caso di "inadempimento, anche parziale, o in caso di mancato aggiornamento dei dati la Commissione applica una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000".

L'obbligo di pubblicità per i finanziamenti, comunque, non riguarda solo i partiti ma anche "gruppi parlamentari; membri del Parlamento nazionale, membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia; consiglieri regionali, metropolitani, provinciali e comunali; candidati, titolari di cariche di presidenza, di segreteria e di direzione politica e amministrativa nei partiti o movimenti politici a livello nazionale, regionale, metropolitano, provinciale e comunale". Le informazioni vanno trasmesse ogni anno ad una apposita Commissione per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici, pena una sanzione amministrativa pari a 30mila euro.

Sanzioni severe anche in caso di mancata trasparenza nella rendicontazione dei propri bilanci, i quali vanno obbligatoriamente pubblicati sul sito internet del partito o movimento per non incorrere in una multa che potrebbe oscillare tra i 20 e i 40mila euro.

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