Roma, 27 feb. (LaPresse) – Sei senatori del Movimento 5 stelle hanno consegnato al presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso le loro lettere di dimissioni. Si tratta di Maurizio Romani, Maria Mussini, Luis Alberto Orellana, Alessandra Bencini, Laura Bignami e Monica Casaletto. Le dimissioni arrivano all’indomani dell’espulsione di 4 senatori pentastellati dal movimento. Uno di loro, Francesco Campanella, racconta di “forme di controllo” all’interno del gruppo del Senato. “Decisioni importanti, quelle politiche,” che sono “calate dall’alto”, (come quella richiesta di impeachment nei confronti del capo dello Stato che “si è sciolta come neve al sole”), ammette Luis Alberto Orellana. Senatori fatti oggetto “di accuse spregevoli e denigratorie” per aver commesso – “se anche avessimo detto una stupidaggine” – solo il “reato di stupidaggine”, accusa Lorenzo Battista. Dopo un anno di battaglie condotte all’interno di un gruppo sentire “la terra che cade sotto i piedi”, racconta Fabrizio Bocchino. Il giorno dopo l’espulsione dal M5S decisa dalla rete (29.883 i voti a favore, 13.485 quelli contrari) i quattro ‘dissidenti’ si tolgono qualche sassolino dalla scarpa. “Qualcosa si è rotto”, racconta una fonte interna al movimento. Già nella giornata di oggi, viene spiegato, i quattro senatori espulsi potrebbero consegnare le proprie dimissioni alla presidenza di palazzo Madama. La stessa scelta potrebbe essere fatta, inoltre da Monica Casaletto, Maurizio Romani, Maria Mussini, Chiara De Pietro e Alessandra Bencini, senatori M5S delusi dalla decisione e dal comportamento dell’assemblea parlamentare grillina.

“Diciamoci la verità – spiega una fonte del Movimento che appartiene invece agli ‘ortodossi’ – sanno perfettamente che il Senato può respingere le dimissioni e far passare sei mesi”. “Si sono già messi d’accordo con Civati”, accusa qualcun altro. Alla Camera, intanto il deputato Alessio Tacconi, vicino ai quattro dissidenti sin dal comunicato della discordia (nel quale si criticava il comportamento di Beppe Grillo nei confronti di Matteo Renzi durante le consultazioni) ha postato su Twitter la lettera scritta al suo capogruppo Federico D’Incà nella quale comunica la sua decisione di lasciare il gruppo M5S alla Camera. “Ti comunico la mia decisione di lasciare oggi il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle”, scrive. Tacconi si dice “a disposizione” per ogni ulteriore chiarimento.

“Riguardo al post pubblicato ieri sera su Facebook da Luigi Di Maio su di me – aggiunge – ti pregherei di procedere ad una smentita visto che si tratta di un vergognoso insieme di inesattezze e falsità”. Il deputato sostiene infatti di aver “sempre rendicontato e restituito quanto dovuto, tanto che mai alcuna procedura di infrazione è partita a mio carico”. “In assenza di tale precisa presa di posizione da parte tua – conclude – dovrò concludere che anche il M5S fa uso della cosiddetta ‘macchina del fango’ contro chi esprime opinioni o attua scelte sgradite allo stesso Movimento”. Altri parlamentari, viene spiegati, sarebbero pronti a fare altrettanto”.

“Non voglio parlare di numeri, perché si tratta di scelte personali molto sofferte e quindi suscettibili di variazione – spiega Francesco Campanella ad Agorà – comunque ci sono altri colleghi disposti a seguirci nelle dimissioni dal gruppo del Movimento 5 stelle”.

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