Un politico/attore sentimentale e un po' stanco per lo spettacolo 'Grillo vs Grillo'

Come era arrivato, il popolo grillino accorso al Teatro Ciak Linear di Milano se ne va. Ordinato e composto, parlando sottovoce. Delusi non si può dire dal nuovo show 'Grillo vs Grillo', ma certo non tramortiti. Poche fiammate, e frequenti tuffi sui toni delle più cupe visioni di Gianroberto Casaleggio per un futuro che andrà peggio. In platea a compensare tanto sconforto, i sorrisi di Luigi Di Maio, il più cercato e fotografato tra i leader del partito presenti in platea. Lo show è iniziato con un Grillo ologramma, vestito di tutto punto come quando salì al Quirinale dopo le elezioni del 2013, che elogiava il suo Movimento. Poi sul palco è comparso il Grillo vero, in camicia bianca fuori dai pantaloni che ha iniziato a raccontare la sua difficoltà a convivere con quell'altro Beppe. "Non li voglio più vedere i grillini, sono 8 anni che vedo solo grillini" si lascerà poi sfuggire pochi minuti dopo. "Sono stato 5 anni con un dualismo dentro, binario: con la personalità del comico che distrugge, e quella del politico che deve costruire – spiega – devo purgarmi di questa dicotomia, per analizzare la realtà". Per uscirne, "e non prendere gli psicofarmaci, potevo andare da uno psicanalista, o chiamare qualche migliaio di persone". Così ha fatto, spiegando di "aver sempre odiato i leader – aggiunge – mi chiedo come ho fatto a diventare il leader di quello che forse è il primo partito del Paese".

Poi lo spettacolo ha preso una deriva sentimentale, con grillo che ha ripercorso la sua lunga carriera. Dagli esordi genovesi, fino ai successi degli anni 70' con Pippo Baudo, passando per l'espulsione dalla Rai dopo una celebre battuta sul Psi, fino ad arrivare agli spettacoli degli anni '90 con una forte connotazione ambientalista e anti-globalizzazione. Poi l'incontro con Casaleggio, che appare anche lui in ologramma (ma era presente anche in carne ossa, defilato a metà platea). Il guru lo introduce al blog e al feedback prima e dopo i suoi spettacoli. In nuce, quello che dopo vent'anni divenne il Movimento 5 Stelle.  Poi la seconda svolta, ancora più lontano dalla politica verso quelle che Grillo ritiene essere le future direzioni dell'innovazione. Con robot e intelligenze artificiali a distruggere i salari e gli attuali lavori: "Chi pagherà cosa oggi si produce? Se non mettiamo subito un reddito mino incondizionato, sparirà chi compra" ha aggiunto. Non è mancato l'attacco del mondo automotive, citando Daniel Goeudevert presidente Volkswagen dal 1991 al 1993, che teorizzava allora l'abbandono dell'auto. Grillo ha ricordato i 6 milioni di morti che le vetture causano nel mondo. Poi ha citato le trasformazioni urbane, elogiando Milano ("è pulita, ed è piena di turisti") e ammettendo gli effetti positivi dell'Expo, che lui attaccò prima che iniziasse.

Finale con Grillo che torna leader di partito, e garantisce: "Non sono andato via, sono lì, sento, osservo e guardo, dobbiamo cambiarlo questo Paese è ognuno di voi deve fare la propria parte". Poi salutando invita il pubblico a mandarlo "affanculo" e pronta arriva la risposta. Con tutti i limiti di una prima di uno spettacolo comico, che vive delle reazioni del pubblico, per ora le due anime di Grillo convivono a fatica, almeno sul palco.

Per la stretta attualità pochi attimi, con una battuta su Gabriel Garko e l'esplosione della villetta a Sanremo, avvenuta per "colpa del botulino di Garko". Molto divertente la gag con uno spettatore. Prima Grillo ha preso un grillo caramellato da un sacchetto e l'ha mangiato, mentre parlava di cibo del futuro e poi ha chiesto al pubblico: "Se c''è un grillino si faccia avanti". Si è alzato un uomo dal palco e Grillo gli ha chiesto: "Sei pronto a ricevere il mio corpo?". L'uomo a quel punto ha mangiato il grillo dalle mani di Grillo. Da ricordare anche l'omaggio, chitarra in mano, a Duilio Del prete di cui ha cantato una canzone che suonava nelle serate genovese 40 anni fa.

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