Roma, 9 dic. (LaPresse) – “Bisogna rimpatriare tutti i criminali stranieri colpiti dal provvedimento di espulsione. E bisogna farlo anche con chi, per opporsi alla decisione dello Stato, presenta ricorso: la sentenza la aspettino nel Paese d’origine e non in Italia, dove nel frattempo hanno il modo e il tempo di arricchire i propri curricula criminali”. Così Flavio Tosi, Sindaco di Verona e Segretario di Fare!. “Mohamed Jella, il tunisino ricercato per l’omicidio della compagna, doveva essere espulso dall’Italia tre mesi fa. Il questore di Parma aveva firmato l’ordinanza il 14 settembre, il giorno dopo l’uscita dal carcere del nordafricano, finito dentro per rapina. Aveva peraltro già una lista di precedenti variegata – aggiunge – Anche l’iracheno che a Bari progettava attentati in Europa era già stato “espulso”, così come il marocchino che in primavera aveva ucciso un ragazzo di Terni ma era rimasto in Italia dopo aver fatto ricorso. Come Kabobo, che girava per Milano con un piccone (tre i morti). È poi incredibile che chi non rispetta il decreto di espulsione, di prassi incappi in una semplice multa, anziché venire rinchiuso in galera”.

Secondo Tosi: “Le nostre norme in materia sono carta straccia, più ridicole e inefficaci delle proverbiali grida manzoniane”. “Quanto alle polemiche sulla mancata raccolta delle impronte digitali di parte dei migranti sbarcati in Italia, questa invece è stata una delle poche prassi coraggiose per opporci a un’Europa che ci aveva abbandonati: è stato un escamotage per opporci a “Dublino 2″ – approvato e ratificato nel 2003 da Berlusconi e Lega – altrimenti avremmo dovuto trattenere in Italia tutti i richiedenti asilo nonostante la stragrande maggioranza di questi considerasse (e consideri) l’Italia solo come un territorio di passaggio”, conclude.

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