di Denise Faticante

Roma, 30 set. (LaPresse) – Una vera e propria strigliata all’Europa che per anni ha “guardato con fastidio” all’ondata migratoria mentre l’Italia “è al fianco dei profughi” dalla prima ora. Quindi “nessuno dia lezioni o muova rimproveri. Anzi si impari dal nostro paese”. Il presidente dei vescovi italiani, Angelo Bagnasco, all’apertura del Consiglio episcopale permanente, che si svolge da oggi a venerdì a Firenze, lancia frecciate a Bruxelles e non solo per la gestione dei profughi, vero “esodo della disperazione”, ma anche per il diritto alla famiglia.

“Le pressioni europee – dice l’arcivescovo di Genova- sono sempre più pesanti e insistenti anche in materie che non competono all’Unione, come il diritto alla famiglia e più ampiamente i valori morali e spirituali che hanno formato la coscienza e la storia delle singole nazioni”. Sul tavolo dei vescovi ci sono le priorità suggerite da papa Francesco: dall’accoglienza dei migranti alla missionarietà verso le periferie esistenziali ma anche molti temi di attualità.

MIGRANTI. Al centro della prolusione di Bagnasco c’è l’emergenza migranti e l’appello di Bergoglio ai vescovi europei ad accogliere almeno una famiglia in ogni parrocchia. “Vogliamo essere in prima fila nel rispondere a questo pressante appello”, sottolinea il presidente della Cei. Per il *porporato* “ora l’onda di piena si allarga. Sembra essere giunta l’ora della *concertazione*: vogliamo sperare che tale processo non si fermi e sia nel segno di una gratuità senza calcoli. Così come speriamo che, senza bisogno di *barriere*, si progetti un futuro sicuro, produttivo e sereno per tutti, per chi ospita come per chi arriva”.

UNIONI CIVILI. Bagnasco non cita esplicitamente il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, ma sottolinea, anche in vista del sinodo che partirà domenica prossima, che la famiglia è composta da “papà, mamma e figli” e aggiunge un passaggio formulato dal Consiglio delle conferenze episcopali europee: “Non si capisce perché realtà diverse di convivenza debbano essere trattate nello stesso modo”. Soprattutto, però, il presidente della Cei fa un riferimento indiretto ma preciso sul contestato passaggio della riforma della scuola che in ambito cattolico è stato da sempre interpretato come uno strappo per l’introduzione dell’insegnamento delle teorie del gender.

ITALIA E ESAME DI COSCIENZA. L’arcivescovo di Genova denuncia anche che “molti sono i fatti tristi di cronaca che ogni giorno invadono le nostre case: corruzione, un potere mafioso sempre più arrogante e sfidante, il malaffare, la vergogna del caporalato, la speculazione sui poveri, la prevaricazione verso chi non può difendersi, il bullismo fisico o cibernetico, il traffico di droghe sempre più sofisticate, il rifiuto del diverso, la piaga tollerata e intoccabile del gioco d’azzardo”. Chiede all’Italia un esame di coscienza e ricorda che “senza il popolo degli onesti nessuna legge o programmazione potrebbe avere risultati”.



LAVORO. La prolusione evidenzia poi due sintomi di malessere del Paese. Uno è quello della scarsa natalità e l’altro è la disoccupazione: “La gente chiede lavoro per tutti”, ricorda il presule, sottolineando che “nell’agone politico e mediatico, le informazioni e i dati forniti si rincorrono e non di rado si contraddicono” e “ciò non giova a restituire fiducia” mentre “è soprattutto l’economia reale che deve fornire dati certi e concreti”. Con un monito, però, sulla globalizzazione, che non deve essere “l’occasione per allargare gli orizzonti industriali a scapito del patrimonio professionale dei lavoratori”

CRISTIANI PERSEGUITATI. Un importante passaggio del discorso è dedicato alle persecuzioni dei cristiani in Africa, Medio Oriente e Terra Santa. Bagnasco parla di “mattanza programmata, continuata e feroce” e si chiede: Perché non alza la voce su tanta ferocia e ingiustizia?

IMU. Poi Bagnasco conclude con un accenno all’Imu, sempre rispondendo all’appello di Papa Francesco che aveva chiesto alle strutture alberghiere della chiesa di pagare le tasse sugli immobili. “Non è inutile riaffermare – sottolinea il capo dei vescovi italiani- che le strutture che sono riconducibili a realtà ecclesiastiche e che svolgono attività di natura commerciale, rispettano gli impegni a cui per legge sono tenute”.

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