Da 'falco', unico uomo a cui in un primo momento Salvini e Di Maio, avrebbero affidato 'la cassa' dell'esecutivo, si trasforma via via in colomba

Talvolta anche un 'cigno nero' può avere una seconda possibilità. Succederà (forse) a Paolo Savona che, dopo il 'gran rifiuto' ricevuto da Sergio Mattarella quando il suo nome compariva nella lista dei ministri di Giuseppe Conte per la casella di via XX settembre, potrebbe ora ottenere il via libera per la presidenza Consob.

IL NO DI MATTARELLA – Era il 27 maggio scorso. Il presidente della Repubblica, dalla sala degli Specchi al Quirinale, spiegava agli italiani il perché della sua decisione: "La designazione del ministro dell'Economia costituisce sempre un messaggio immediato, di fiducia o di allarme, per gli operatori economici e finanziari", diceva quando il valore dello spread era in continuo rialzo. "Ho chiesto, per quel ministero, l'indicazione di un autorevole esponente politico della maggioranza, coerente con l'accordo di programma. Un esponente – la sottolineatura – che, al di là della stima e della considerazione per la persona, non sia visto come sostenitore di una linea, più volte manifestata, che potrebbe provocare, probabilmente, o, addirittura, inevitabilmente, la fuoriuscita dell'Italia dall'euro".

SOVRANISTA DELLA PRIMA ORA – E in effetti, il 'professor' Savona il suo cosiddetto 'piano B' lo ha messo nero su bianco in diverse occasioni. Contrario fin dalla loro istituzione, nel 1992, ai parametri del trattato di Maastricht, colpevoli, a suo dire, di schiacciare l'Italia, da sempre sostenitore della sovranità nazionale tanto da finire, suo malgrado, tra gli euroscettici, si professa 'pronto a tutto', come i veri operatori finanziari devono essere, e teorizza una 'uscita di emergenza' "a fronte di eventi monetari improvvisi e di rottura".

Il CIGNO NERO – "Una delle mie case, Banca d'Italia – ama dire in una delle sue frasi celebri – mi ha insegnato che non ci si deve preparare a gestire la normalità, ma l'arrivo del cigno nero, lo shock". Il riferimento è al libro 'Il cigno nero. Come l'improbabile governa la nostra vita', del filosofo (e operatore finanziario), Nassim Nicholas Taleb: un evento mai preso in considerazione, perché ritenuto impossibile, poi alla fine si verifica e sconvolge le nostre esistenze. Meglio prepararsi, quindi.

LA METAMORFOSI – Dopo il No di Mattarella all'Economia Savona entra comunque nella squadra del Governo M5S-Lega come ministro degli Affari europei. E comincia una vera e propria metamorfosi. Da 'falco', unico uomo a cui in un primo momento i contraenti del contratto di Governo, Salvini e Di Maio, avrebbero affidato 'la cassa' dell'esecutivo, si trasforma via via in colomba. Quando il Governo è in pieno braccio di ferro con Bruxelles per ottenere il sì alla manovra. Savona è tra coloro che premono per cambiare la legge di bilancio e cedere al 2% del rapporti deficit/Pil voluto dalla Ue pur di rassicurare investitori e mercati. È in questo momento che migliorano i rapporti con l'inquilino del Colle. Frequenti sono i contatti tra i due e Savona si fa portavoce con il Governo della linea del dialogo con l'Europa.

L'ACCUSA DI INCOMPATIBILITÀ DEL PD – Per il Partito democratico anche oggi il nome di Paolo Savona è incompatibile. Il professore, in quanto titolare del ministero per i Rapporti con l'Ue e per il ruolo ricoperto fino a poco tempo fa nel fondo Euklid, sostengono i democratici, non può ricoprire il ruolo di presidente Consob.

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