Il capo dello Stato alla Iulm: "Sarei soddisfatto se l'Italia ragionasse in termini di decenni"

Futuro, lungimiranza ed Europa. Sono queste le parole chiave del discorso del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all'università Iulm di Milano, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico "L'amore per la cultura – dice il capo dello Stato – è l'amore per se stessi, è l'amore per il futuro, il proprio e quello comune. Ringrazio molto la rappresentante degli studenti, Martina Bosin, quando ha evocato il dinamismo dell'innovazione e del progresso. Quando ha evocato la capacità di essere pronti, di essere capaci di affrontare gli eventi, gli imprevisti, le nuove sponde, i nuovi traguardi, le condizioni che si creano di volta in volta sempre nuove. È questo che contrassegna l'esigenza che tutti avvertiamo: questa capacità di guardare al futuro, di non essere prigionieri catturati dal presente, condizionati dal contingente".

"Il rettore – continua Mattarella – ha ricordato un detto di Confucio. Io non pretendo, non aspiro a che il nostro Paese ragioni in termini di secoli, sarebbe ampiamente sufficiente, sarei pienamente soddisfatto se ragionasse in termini di decenni con la capacità di essere pronti appunto ad affrontare il futuro e a progettarlo". 

In merito alla capacità di superare passato e presente per guardare avanti, il presidente cita il caso dell'Europa. "Il nostro continente, la nostra Europa attraverso la sua cultura ha sviluppato il proprio futuro man mano in mezzo a tanti ritardi, a tanti errori, a tanti scontri fratricidi e a tanti orrori nella sua storia. Ma il suo tessuto culturale comune, che ha sempre superato i suoi confini, ha consentito all'Europa di andare avanti. La capacità e la cultura le ha assicurato di andare oltre il presente". 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata