Roma, 4 set. (LaPresse) – Dopo il via libera di ieri alla ‘spending review’, la revisione della spesa pubblica mirata alla definizione dei costi standard che getta le basi per l’accorpamento degli enti di previdenza pubblici, l’integrazione operativa delle agenzie fiscali, il coordinamento delle forze dell’ordine e la riorganizzazione dei consolati, questo pomeriggio la commissione Bilancio del Senato ha approvato un nuovo emendamento. Questo prevede che i contratti di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale operino “anche in deroga alle disposizioni di legge” e “alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali”: quindi saranno possibili deroghe alle leggi nazionali sul contratto di lavoro per gli accordi aziendali e territoriali, comprese quelle sui licenziamenti.

Va tuttavia specificato che saranno esclusi dalle deroghe possibili al contratto nazionale di lavoro, previste dall’emendamento alla manovra approvato nel pomeriggio dalla commissione Bilancio del Senato, licenziamenti discriminatori in caso di maternità e congedi parentali. Infatti, si legge nel testo che verrà “fatta eccezione per il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio, il licenziamento della lavoratrice dall’inizio del periodo di gravidanza fino al termine di interdizione al lavoro, nonché fino a un anno d’età del bambino, il licenziamento causato da una domanda o dalla fruizione del congedo parentale e per la malattia del bambino da parte della lavoratrice o del lavoratore ed il licenziamento in caso di adozione o affidamento”.

Un altro passaggio importante su cui la commissione Bilancio si è espressa oggi è che l’accordo interconfederale del 28 giugno sarà recepito nella manovra. Infatti oggi è stato approvato un emendamento del relatore Antonio Azzollini (Pdl) che inserisce all’articolo 8 del decreto legge anche l’intesa raggiunta dai sindacati il 28 giugno scorso. Inoltre, viene dato il via libera dell’emendamento alla manovra che riguarda la misura che salva gli enti locali, sopprimendo la norma contenuta nel decreto legge. Resta invece il taglio dei consiglieri, come stabilito dal provvedimento.

La manovra bis da circa 47 miliardi, varata dal Governo il 13 agosto scorso, otterrà nel tardo pomeriggio via libera da parte della commissione Bilancio per poi iniziare l’iter parlamentare ed arrivare all’esame dell’aula del Senato martedì 6 settembre.

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