Roma, 25 gen. (LaPresse) – Nessun colpo di teatro, nessun coniglio dal cilindro. Piuttosto una fitta tabella di marcia fatta di numeri, punti percentuali, obiettivi. Silvio Berlusconi torna in campo. Il traguardo è lo stesso del ’94 e uguale è anche la condizione di partenza: c’è uno svantaggio da recuperare sull’avversario (uguale anche quello). “Abbiamo trenta giorni di battaglia davanti a noi per sottrarre il Paese a un futuro illiberale e confuso”, esordisce il Cavaliere davanti a una sala gremita. Tra le prime file vengono fatti accomodare i volti nuovi del Pdl a cui colonnelli e generali, fatti accomodare un po’ più indietro, hanno dovuto cedere il posto. Berlusconi si affida a un sondaggio improntato in diretta per riscaldare l’atmosfera. “Quanti di voi credevano che saremmo riusciti in questo recupero?”, domanda, e sono poche le braccia ad alzarsi. “Quanti di voi credono che possiamo vincere le elezioni?”. La sala risponde all’unanimità.

“Questo – commenta lui – è il miracolo che tutti insieme siamo riusciti a fare in questo mese grazie alla nostra comunicazione e al rapporto che abbiamo con il Paese”. A fare i conti è poi il segretario Angelino Alfano. “Dobbiamo recuperare 5 punti percentuali in 4 settimane: lo 0,1% al giorno e abbiamo vinto”. La strategia è chiara: è un ritorno al passato. Già all’ingresso del teatro decine di volontari distribuiscono a tutti il ‘kit del candidato’: c’è lo schema delle riforme fatte dai governi Berlusconi (“anche se queste dovrete saperle a memoria”, sottolinea il Cav), una copia dei due contratti ‘stipulati’ con gli italiani nel 2001 e nel 2008 (“da tenere sempre in tasca”) e un elenco delle attività da svolgere sul territorio. A giocare la partita saranno i “team della rimonta”.

“Ogni eletto, quadro e candidato – si legge nelle istruzioni che accompagnano la valigetta – dovrà selezionare un team di 10 sostenitori, avremo così 27mila ‘team della rimonta’ e 270.000 ‘giocatori'”. Ogni squadra dovrà contattare “almeno 300 (10 a miliante) elettori indecisi o ex votanti del centrodestra; portare loro materiale elettorale; raccogliere domande, perplessità, obiezioni; rispondere alle obiezioni”. “Sarà una campagna ‘porta a porta’ e on line tramite il nostro quartier generale rappresentato dal sito forzasilvio.it – spiega Maurizio Lupi dal palco – dovrete studiare parecchio”. I cavalli di battaglia che i candidati dovranno trasmettere al territorio sono quelli di sempre: abolizione dell’Imu, riforma della Giustizia e dell’assetto istituzionale dello Stato, detassazione di imprese, famiglie e lavoratori.

Berlusconi ci crede: “Dentro di me ho la speranza e l’intima certezza che riusciremo a prevalere sulla sinistra, sempre più insidiata dai piccoli partiti”. Ci crede anche Alfano che chiude la porta a Mario Monti che in mattinata aveva aperto alla possibilità di un’alleanza tra i centristi e un Pdl riformista “mondato ed emendato” da Berlusconi. “Qui se c’è qualcuno o qualcosa che deve essere mondato ed emendato è Monti e il Governo tecnico – taglia corto -. Il Pdl o è con Berlusconi o semplicemente non è, se lo tolgano dalla testa”. L’ex premier si spende sul palco per oltre due ore tra numeri e barzellette osé (“dovrei togliere dal repertorio queste piacevolezze – ammette – ma non ce la faccio. Sono rimasto un monello”). Alla fine, travolto dalla stanchezza, si siede e chiede ad Alfano un bicchiere d’acqua. Si teme per un malore, ma poi è lo stesso Berlusconi a rassicurare i cronisti: “Sto bene”, dice. Il segretario Pdl lancia l’urlo di battaglia: “Il comandante è tornato, tutti ai posti di combattimento”.

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