Due delle presidenze vanno alla Lega, salta il candidato di Leu Grasso e quello 5 Stelle Lorefice. Rabbia M5S

Ora la maggioranza rischia di esplodere. Un accordo scricchiolante raggiunto a ora di pranzo sulle presidenze delle commissioni parlamentari si trasforma in serata in un macigno che piomba sul tavolo del Consiglio dei ministri, con Roberto Speranza che lascia la riunione dopo aver posto la "gravità politica" di quanto accaduto. Ma la proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre passa.

I fatti. I giallorossi vanno sotto in Senato per ben due volte, lasciando alla Lega la presidenza della commissione Agricoltura (che doveva andare al M5S) e quella della commissione Giustizia. Secondo l'accordo quest'ultima sarebbe dovuta andare a Pietro Grasso, di Leu. Di qui la decisione di Speranza di chiedere chiarimenti ai colleghi di Governo e porre la questione in Cdm. Tra gli alleati parte la caccia ai 'traditori'. Non sono passati inosservati i malumori interni al M5S.

Diversi parlamentari pentastellati lamentano per tutto il giorno  il "netto" ridimensionamento numerico, ma anche qualitativo, delle Presidenze affidate al Movimento. Si prevedono dei no. A nulla servono gli 'avvisi' dei vertici dei direttivi di Camera e Senato che – anche nelle chat di gruppo – minacciano di sostituire i membri delle commissioni scontenti (cosa che avviene nella commissione Finanze della Camera verso chi è contrario all'elezione del renziano Luigi Marattin). Al momento del voto, puntuale, arriva il patatràc.

Matteo Salvini esulta. "Dopo Gianpaolo Vallardi, anche Andrea Ostellari confermato presidente di commissione. Con il voto segreto vengono premiati il buon lavoro e la competenza della Lega. La maggioranza è in frantumi, completamente saltato l’inciucio 5Stelle-Pd", attacca. Anche se le accuse volano anche tra gli alleati. Fonti interne ai giallorossi parlano di "agguato autoprocurato dal M5S", dopo i malumori registrati nel pomeriggio, anche se i diretti interessati smentiscono. Ma c'è anche chi punta il dito contro i renziani.

Tra i parlamentari del Movimento, comunque, la rabbia è alle stelle. Nelle chat la parola più ricorrente è "fallimento". Il dito è puntato principalmente contro i direttivi di Camera e Senato, la cui gestione del negoziato viene bocciato su tutta la linea. E non è escluso che possa arrivare la richiesta formale di dimissioni di capigruppo, vice e segretari.

Pure i Dem tornano in subbuglio, con la corrente di Base riformista a farla da padrone, nonostante la guida zingarettiana del partito. Anche alla Camera non mancano i colpi di scena. In commissione Giustizia, accanto al candidato M5S Mario Perantoni votato dalla maggioranza, le opposizioni votano il renziano Catiello Vitiello. Si va al ballottaggio e vince il deputato di Iv. Maria Elena Boschi, però, non vuole "giochetti" e annuncia le dimissioni di Vitiello, che arrivano a stretto giro di posta.

Per il resto il M5S incassa 5 conferme. Giuseppe Brescia resterebbe presidente della commissione Affari costituzionali,  Gianluca Rizzo della Difesa, Filippo Gallinella dell'Agricoltura, Sergio Battelli delle Politiche Ue, Marialucia Lorefice dell'Affari sociali. Ai pentastellati va anche la commissione Cultura con Vittoria Casa (che rimpiazza Luigi Gallo). I Dem piazzano Fabio Melilli alla presidenza della commissione Bilancio e otterrebbero poi la commissione Lavoro con Debora Serracchiani, Esteri con Piero Fassino,  Ambiente con Alessia Rotta e Attività produttive con Martina Nardi. Italia viva conquisterebbe la commissione Finanze con Luigi Marattin e Trasporti con Raffaella Paita.    A Palazzo Madama le altre commissioni rispettano il risiko definito sulla carta. Il Pd ottiene Dario Parrini alla presidenza della commissione Affari costituzionali, Roberta Pinotti alla Difesa, Luciano D'Alfonso alle Finanze e Dario Stefano alle Politiche Ue. Italia viva incassa Riccardo Nencini all'Istruzione e Annamaria Parente alla Sanità. Al M5S restano la commissione Esteri con Vito Petrocelli, la Bilancio con Daniele Pesco (M5s), quella Lavori pubblici con Mauro Coltorti, Industria con Gianni Girotto, Lavoro con Susy Matrisciano e Ambiente con Vilma Moronese.

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