"Una banda organizzata di criminali con l'appoggio e la connivenza dei politici ha lucrato sulle spalle e i soldi dei romani. Questa verità è oggi una sentenza"

Beppe Grillo torna a parlare di Mafia Capitale dopo la sentenza che ha fatto cadere l'accusa di associazione mafiosa. "A Roma non ci sono le mafie, a Roma le mafie investono: ristoranti, pizzerie, pub, bar, gestiscono sale slot, vlt, fanno affari immobiliari. A Roma non c'è la mafia, ma tutte le mafie fanno affari a Roma. Quindi, in definitiva, non è mafia, ma è comunque una montagna di merda", scrive Beppe Grillo sul suo blog, citando Peppino Impastato.

"Che faceva estorsioni, danneggiamenti, pestaggi per far valere la propria forza. Che si infiltrava in tutti i gangli dell'amministrazione, a partire dal Comune. Che esercitava un capillare controllo del territorio. Che stringeva e manteneva forti relazioni col mondo imprenditoriale, cooperativistico e, soprattutto, politico. Perché, diciamocelo, ci sono condanne e condanne. Un 'delinquente abituale', come è stato definito Massimo Carminati, che viene condannato per aver fatto il delinquente non sorprende nessuno. Ma un politico che viene condannato per aver fatto il delinquente, invece del bene della cosa pubblica, dovrebbe sorprendere".

"Hanno messo in ginocchio un'intera città – scrive ancora Grillo -. Questo dice la sentenza. Questi sono i fatti. Una città lasciata in macerie perché una banda organizzata di criminali con l'appoggio e la connivenza dei politici ha lucrato sulle spalle e i soldi dei romani. Questa verità è oggi una sentenza". "Abbandoniamo noi cittadini questi camaleontici pesi morti per un popolo che non li merita davvero! Lasciamoli ai loro regolamenti di conti ma fuori dalla scena politica".

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