Il Movimento, primo partito d'Italia, non transigerà sul rispetto della volontà popolare

 Il Movimento 5 Stelle è pronto a confrontarsi con tutte le forze politiche per la sfida del governo, ma a una sola condizione: il presidente del Consiglio deve essere Luigi Di Maio. A pochi giorni dall'inizio delle consultazioni al Quirinale, la linea di comunicazione pentastellata si 'radicalizza' sulla candidatura del proprio capo politico a Palazzo Chigi, schierando pezzi da novanta sulla 'trincea' mediatica, come la neo vicepresidente del Senato, Paola Taverna, il giornalista e deputato Emilio Carelli e la vicecapogruppo a Montecitorio, Laura Castelli, tra i punti di riferimento del Movimento per le questioni economiche. Ma in difesa del leader scende in campo anche il Blog delle stelle, con un post a firma di tutto il M5S, dunque anche i suoi rappresentanti istituzionali: "Luigi Di Maio è l'unico candidato premier con cui intendiamo andare al governo e cambiare il Paese".

Un messaggio, questo, che i Cinquestelle vorrebbero far arrivare forte e chiaro soprattutto sul Colle più alto di Roma, ma che "non è una tirata di giacchetta" al capo dello Stato, spiega una fonte vicina al capo politico. Il punto che il Movimento vuole affermare è che non transigerà sul rispetto della volontà popolare: "Non siamo disposti a ignorarla, per noi è sacra". Ovvero, tradotto: quel 32% fa del M5S il primo partito d'Italia e qualsiasi accordo ci sarà per un eventuale governo, le scelte 'pesanti' spetteranno ai pentastellati, altrimenti non se fa nulla. Almeno per il momento le cose stanno così, anche se in politica tutto può succedere, insegna la storia.

L'importante è tenere le file delle truppe compatte il più a lungo possibile. Quando porti a casa un filotto di successi tutto è più semplice e il gruppo trova una sua naturale unità, ma la vera prova di tenuta dovrà esserci quando arriverà il momento di compiere le scelte complesse, forse dolorose, per il bene del Paese. Perché non è escluso che la via verso Palazzo Chigi non riservi percorsi accidentati, come la possibile presenza di Forza Italia negli accordi con il centrodestra. Qualche deputato, in questi primi giorni di legislatura, pur non scoprendo mai il fianco davanti a taccuini e microfoni, come imposto dal capo comunicazione Rocco Casalino, al solo sentir nominare FI o Silvio Berlusconi, però, sembrava percorso da un brivido ghiacciato dietro la schiena. Segno che il malumore comunque aleggia in una parte del M5S, anche se difficilmente i Cinquestelle butteranno al vento l'occasione della vita. Piuttosto abbracceranno il vecchio aforisma di Karl Marx: la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni.

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