Dopo la pesante sconfitta del Movimento alle europee il 'battitore libero' è pronto a tornare in campo per lanciare un'alternativa al governo giallo-verde

Per il M5S una via d'uscita dalla morsa leghista c'è. L'ha indicata Alessandro Di Battista dagli studi di La7. Dopo la pesante sconfitta del Movimento alle europee il 'battitore libero' è pronto a tornare in campo per lanciare un'alternativa al governo giallo-verde. Non lo fa apertamente, anzi, si affretta a ribadire che da cittadino si augura che "l'esecutivo non cada", e che Luigi Di Maio "è il capo politico e lo sarà per altri tre anni". Poi però arrivano le due stoccate. La prima: "Se si tornasse al voto mi ricandiderei al 100%". E la seconda: se il governo dovesse cadere prima del 15 luglio, ultima data utile per indire le elezioni entro fine settembre, la legislatura non conterebbe come secondo mandato. Tradotto: in caso di voto anticipato, anche i parlamentari all'ultimo giro si potranno ricandidare, non andando a casa dopo appena un anno. Un modo per 'rasserenare' alcuni animi all'interno della truppa e chiamare alle armi i fedelissimi.

Ma Di Battista nega di voler capitanare la congiura e di prendere magari il posto di Di Maio. "Nel mio ultimo libro, 'Politicamente scorretto', non c'è nessun attacco a Luigi" che non è "né stupido né inesperto". In fondo la colpa dei grillini è quella di essere "brave persone" non addette agli intrighi di palazzo. E come potevano dunque competere con un veterano della politica come Salvini? Insomma, Di Battista critica ma fino a un certo punto. D'altra parte il diritto di dire la sua se lo è "guadagnato sul campo", rivendica. Il nuovo libro, che tanto ha fatto discutere, "è stato solo un atto d'amore" nei confronti di un Movimento che sta vivendo una fase di sviluppo e di passaggio. Ma questo nobile sentimento richiede sacrifici: per salvare il M5S dalla caduta a picco (nei sondaggi), cosa sarà disposto a fare Dibba?

Al momento il 'garibaldino' pentastellato non rinuncia a sferrare qualche attacco a Salvini, 'reo' di aver anteposto agli interessi degli italiani a quelli dell'America di Trump (per il gasdotto Tap) e perfino a quelli di Radio Radicale. "Non è un fascista ma un conformista", dice. Rinfacciandogli anche di aver tradito il suo stesso slogan ("Prima gli italiani"). Il 'pasionario' rivela: "Ho mandato un sms a Salvini, scrivendogli di mollare Berlusconi, non solo il partito ma anche i suoi costumi", perché si potevano fare grandi cose, ma alla fine il risultato non è stato dei migliori. Ma "non avevamo alternativa" alla formazione di questo governo. E ora che cosa bisogna fare, cedere sui temi caldi come la Tav? "Il movimento deve mantenere la schiena dritta, dire i giusti sì e i giusti no, motivandoli". Poi se Salvini, per ragioni elettorali, vuole far cadere il governo, "sono affari suoi".

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