"È una proposta intelligente", ammette Patuanelli, capogruppo pentastellato al Senato, "un'ipotesi su cui stiamo lavorando"

Il Movimento 5 Stelle prova a uscire dall'angolo sulla sua misura pilastro. L'impasse, ça va sans dire, ruota intorno a come distribuire i 9 miliardi previsti dalla manovra per il reddito di cittadinanza, uno per la riforma dei centri per l'impiego, a fronte dei 5 milioni di italiani in povertà assoluta spesso citati dal capo politico Luigi Di Maio. La Lega, al di là delle dichiarazioni pubbliche di lealtà di Matteo Salvini, non ha mai nascosto le proprie perplessità su una misura temuta come assitenzialista, soprattutto dal proprio bacino elettorale principale, il Nord produttivo. Nei rapporti sempre più tesi nel triangolo manovra-dl sicurezza-ddl anticorruzione, i pentastellati lanciano un'ancora al Carroccio per bocca del capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, che si schiera sulla linea del sottosegretario alle Infrastrutture e consigliere economico di Salvini, Armando Siri: trasferire il reddito di cittadinanza all'impresa che assume. "È una proposta intelligente", ammette Patuanelli, "un'ipotesi su cui stiamo lavorando". Un sistema che consentirebbe anche di arginare utilizzi distorti e sommersi, dal famoso "dare soldi a chi sta a casa sul divano" fino a chi percepirebbe il reddito senza essere in reali condizioni di necessità.

Una sferzata è arrivata anche da una figura di riferimento per i 5 Stelle come Piercamillo Davigo, che ha rimarcato come "in un Paese con 12 milioni di evasori fiscali mi sembra difficile poter fare controlli adeguati". Intanto, le opposizioni vanno all'attacco. Forza Italia, con Elvira Savino, accusa la maggioranza di essere "andata in tilt" sul reddito di cittadinanza: "Hanno capito che così com'è non serve a niente, che non ci sono soldi per tutti, che i centri per l'impiego non sono attrezzati, che c'è il rischio che i furbetti ne approfittino. E allora stanno pensando di non darlo più direttamente ai cittadini". Il Pd, col capogruppo a Palazzo Madama Andrea Marcucci, contesta invece l'annuncio fatto dal vicepremier pentastellato della stampa di 5-6 milioni di tessere per i futuri beneficiari della misura. "Sulla base di quale atto legislativo? O Di Maio mente o qualcuno sta commettendo un abuso di ufficio con relativo danno erariale visto che l'introduzione del reddito di cittadinanza non è una legge approvata dalle Camere".

Il capo politico M5S per ora tira dritto e rassicura: le misure cardine della manovra saranno avviate "nei tempi previsti. I pensionamenti di quota 100 partiranno nei primi mesi del 2019 insieme alla pensione di cittadinanza e al reddito di cittadinanza". 

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