di Jan Pellissier

Milano, 23 gen.(LaPresse) – “Questa proposta di riforma della legge elettorale non mi piace, ma se nella discussione all’interno del partito una parte si astiene, e non vota contro, e poi pensa di presentare degli emendamenti in Parlamento, fa una scelta per me incomprensibile. In Parlamento il Pd deve andare con questa proposta. Se poi il Parlamento, ovvero le altre forze in aula, inducono il Pd a cambiare la proposta, si può cambiarla”. Così Sergio Cofferati, ex leader della Cgil e sindaco di Bologna, dal 2009 parlamentare europeo per il Partito Democratico, commenta gli ultimi strappi nel partito sulla legge elettorale intervistato in esclusiva da LaPresse.

“DUBBI SU SOGLIE SBARRAMENTO E PREFERENZE”. La proposta di riforma della legge elettorale non piace a Cofferati per due motivi principali: soglie di sbarramento e preferenze. Su quest’ultimo tema, spiega Cofferati, “non avere le preferenze è un limite, solo in parte attenuato dal ricorso alle primarie di partito, e solo se saranno più partecipate rispetto al passato”. Ma sono le soglie fissate da Renzi ad essere il problema principale: “E’ troppo bassa quella per le coalizioni – spiega Cofferati – mentre quelle per i singoli partiti sono troppo alte. Rendono più difficile l’esistenza di partiti piccoli, e a questo punto i partiti piccoli potrebbero avere un potere contrattuale maggiore nelle coalizioni”. Le soglie immaginate da Renzi secondo Cofferati “non risolvono il problema e rischiano di cambiare la natura della rappresentanza politica. Sono limiti vistosissimi in questa proposta, ma è la mia opinione e me la tengo. Conta quello che ha deciso il partito”.

“CUPERLO NON DOVEVA FARE IL PRESIDENTE”. Riguardo al presidente dimissionario del partito, Gianni Cuperlo, sottolinea: “Cuperlo doveva restare il punto di riferimento della sua mozione, non poteva fare anche il presidente dell’assemblea nazionale. I due ruoli non possono coesistere. Secondo me il Pd e il suo gruppo dirigente hanno alcuni problemi da risolvere rapidamente per evitare che si creino rapporti interni sempre più difficili da gestire. E’ utile che ora Cuperlo, se la mozione vorrà continuare ad esserci, ne sia il riferimento”. E’ poi normale, per Cofferati, che “su molti argomenti si decida a maggioranza, anche se a volte cambiano. Però la decisione della maggioranza vale per tutto l’organismo dirigente: dalla direzione all’assemblea”.

“LE DECISIONI DEL PARTITO SI RISPETTANO”. Sottolineando come ci sia solo un’eccezione possibile legata ai temi etici, “per il resto quello che si decide deve valere per tutti. Nel caso della proposta di legge elettorale che la maggioranza ha approvato, è quella di tutto il partito”. Le ragioni delle divisioni sono per Cofferati legate alla storia stessa del Pd: “Vivere una stagione nuova in un partito di storie diverse non è facile, veniamo tutti da un alveo comune che è l’idea riformista, ma è un alveo enorme”. A Renzi quindi Cofferati suggerisce: “Serve al Pd un lavoro paziente che riguarda noi e il modo in cui stiamo nel partito bisogna abituarsi a gestire le differenze non ignorandole, ma con il massimo rispetto gli uni per gli altri. Le differenze sono un elemento di ricchezza”.

“IL GOVERNO E’ DESTINATO ALL’INERZIA”. “Questo Governo è destinato all’inerzia, che non è quello di cui abbiamo bisogno”, prosegue l’ex leader della Cgil. “E’ normale che stia succedendo – spiega Cofferati – l’orizzone politico delle forze che lo compongono è divaricante, il Governo va verso una paralisi progressiva, mentre ora ci servono risultati rapidi”. Cofferati, per capire i problemi dell’esecutivo prende spunto dal suo osservatorio europeo: “In Europa i socialisti vogliono lo sviluppo, mentre il partito popolare vuole il rigore, ovvero l’opposto. Questa divaricazione ricade un secondo dopo, anche nelle politiche nazionali”. “E’ un Governo di larghe intese che tiene insieme forze politiche che hanno opinioni diverse e non mediabili sui temi decisivi”, prosegue. “La cosa più importante è avere un Governo stabile, perché il quadro complessivo non è positivo. Gli effetti di questa lunga crisi saranno molto forti nel 2014” conclude Cofferati.

“AL VOTO SUBITO DOPO LA RIFORMA”. “Dobbiamo andare a votare – prosegue Cofferati – appena la riforma elettorale viene approvata. Collegare la riforma elettorale alle altre riforme è un modo per non andare a votare”.

“GIUNTO INCONTRARE BERLUSCONI”. Sull’incontro Berlusconi-Renzi, Cofferati non ha dubbi: “E’ giusto cercare un confornto con le altre forze politiche, a partire da Forza Italia” soprattutto perché “la modifica della legge elettorale, è indispeensabile per cerare di costruire un altro Governo”.

“SERVE SFORZO STRAORDINARIO PER L’OCCUPAZIONE”. “Per avere dei posti di lavoro nuovi – sottolinea Cofferati – lo dicono tutti gli economisti, bisogna avere una crescita del Pil almeno del 2%, e non è uno scenario prefigurabile per l’Italia. Ecco perché ci vuole uno sforzo straodinario per non correre il rischio di una rottura del tessuto sociale”. Cosa bosogna fare allora? “Predisporre robusti interventi pubblici che poi trascinino quelli privati, seguendo il modello keynesiano – risponde – per il reperimento delle risorse la Ue ha indicato due strumenti: gli eurobond e la tassa sulle transazioni finanziarie. La Merkel non ne vuole sentire parlare, ma vanno proposti per un’Europa diversa”.

“INNOVAZIONE E SCUOLA DEVONO ESSERE LE PRIORITA’ DEL PD”. Un’Europa diversa che secondo Cofferati uscirà dalle urne delle prossime elezioni europee a maggio. Limitatamente all’Italia, gli interventi nazionali che Cofferati suggerisce sono semplici: “Partire dalla lotta all’evasione, e i dati di oggi lo dimostrano. I proventi vanno poi destinati agli investimenti, a partire dalle infrastrutture, che ridanno competitività ai territori dove si creano”. E poi c’è il sapere: “Innovazione, ricerca e scuola sono leve per le comunità e il sistema produttivo – conclude Cofferati -. Il Pd queste cose dovrebbe considerarle delle priorità”.

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