La sua storia ha ispirato molti artisti italiani, da Marco Tullio Giordana ai Modena City Ramblers

Il 9 maggio del 1978 gli occhi dell'Italia erano tutti puntati sul corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Br dopo 55 giorni di rapimento e ritrovato in una Renault 4 rossa a Roma, in via Caetani. Ma quel giorno un'altra tragica morte ha segnato il Paese. Appena fuori Cinisi, in provincia di Palermo, durante la notte è stato ucciso Peppino Impastato, giornalista, attivista, una delle voci che hanno cambiato il modo di combattere la mafia. Impastato ha sfidato il boss di Cinisi, Gaetano Badalamenti, con le sue trasmissioni di Radio Aut, sfruttando l'onda creativa delle radio libere degli anni '70 con monologhi satirici feroci. Ma la sua lotta contro Cosa Nostra è cominciata fin da giovanissimo. Nel 1965, a 17 anni, aderisce al Psiup e diventa protagonista delle attività politiche e sindacali al fianco dei contadini e dei lavoratori della provincia di Palermo. Poi si dà alla radio come strumento di denuncia, anche attraverso la satira.

Nel 1976 fonda Radio Aut con un gruppo di compagni. Tra i suoi obiettivi principali Badalamenti, a cui non risparmia duri attacchi nonostante le minacce ricevute. Si candida alle elezioni comunali del 1978 nella lista di Democrazia proletaria, ma poco prima del voto viene trovato morto. L'agguato è stato preparato per farlo sembrare un suicidio, ma i compagni di lotta hanno denunciato fin da subito l'omicidio. Una verità che viene accertata a livello giudiziario solo anni dopo. Dopo un'archiviazione nel 1992, in seguito alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Palazzolo, l'indagine viene riaperta nel 1996. Il mandante dell'omicidio, Gaetano Badalamenti, viene condannato all'ergastolo nel 2002, a trent'anni Palazzolo.

Le lotte di Impastato non si sono però spente con la sua morte, anzi hanno dato impulso a una nuova coscienza collettiva. A un anno da quel 9 maggio, viene organizzata in Sicilia la prima manifestazione nazionale contro la mafia, a cui prendono parte duemila persone. Il fratello Giovanni e la madre Felicia danno il via a un'attività di documentazione che portano avanti negli anni. La storia di Peppino Impastato ha ispirato poi molti artisti italiani. Il suo ritratto più celebre è quello che esce da 'I cento passi', film di Marco Tullio Giordana che vede Luigi Lo Cascio nel ruolo dell'attivista, mentre in una canzone omonima lo hanno ricordato i Modena City Ramblers.
 

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