Il comico scrive una lunga lettera sul suo blog: "Sembra che il Paese non voglia confrontarsi con i suoi 'veri fantasmi'"

"A Milano 250.000 persone hanno manifestato contro il razzismo, un razzismo esclusivamente mediatico, ma Sala lo definisce momento spartiacque… ed ha ragione. Chiunque abbia un minimo di buon senso non vede alcun razzismo, ma soltanto un crescente egoismo sociale. Ma allora cosa sta succedendo? Sembra che il Paese non voglia confrontarsi con i suoi 'veri fantasmi'". Beppe Grillo sul suo blog si scaglia contro il corteo "People, prima le persone" che ha sfilato sabato a Milano.

"Se fosse una manifestazione contro l'egoismo, contro il mors tua vita mea, ne sarei felice. Ancora di più, se fosse una manifestazione contro la mafiosità, i favori e le caste… ma stiamo soltanto sognando", aggiunge.  "Il Paese – prosegue Grillo – sceglie falsi problemi: piuttosto che decidere di sostenere i suoi milioni di poveri preferisce disquisire di miliardi per bucare una montagna ed altre questioni che non esistono. Piuttosto che cacciare i mafiosi della politica offre a quella stessa vecchia politica alibi per rifarsi l'ennesimo lifting. Terreno di coltura ideale per i frou frou piddini e berlusconiani: cabaret invece che lotta. Persi nelle nebbie delle primarie si ritrovano nel vuoto nulla impannocchiato in fronzoli".

La replica del sindaco di Milano Beppe Sala non si è fatta attendere:  "Da Beppe a Beppe. Caro Grillo, tu che hai fatto capire a tanti cos'è la partecipazione, dovresti sapere che quando centinaia di migliaia di persone vanno in piazza per farsi ascoltare vanno rispettate. Mi spiace che tu, il fondatore della principale forza di Governo, liquidi questa realtà con sprezzo. Forse non ti piace quello che hai visto perché la gente di Milano non ha detto nessun vaffa? Ti chiedo solo una cosa (se posso permettermi di chiederti alcunché). Prova ad approfondire il senso di ieri. Liquidare la marcia come una manifestazione contro il razzismo è limitativo. Lì c'era molto di più. C'era la Milano dei diritti, ma anche dei doveri. C'era l'urlo di una città che non ci sta a credere in una sola verità e nella semplificazione di una certa visione di società. C'era, soprattutto, l'orgoglio di una città che manifesta, ma al contempo realizza. Solidarietà e sviluppo, legate a filo doppio e interdipendenti. Pensaci. Se vuoi io sono qui e sarei contento di confrontarmi con te su questi temi"

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