Roma, 26 dic. (LaPresse) – “La legge di stabilità e i decreti delegati sulla riforma del lavoro sembrano figli, più che di attente e lungimiranti politiche economiche e del lavoro, di vere e proprie lotte intestine all’interno della maggioranza e dello stesso esecutivo. Quanto accaduto nella lunga notte al Senato è intuibile da chiunque: il governo ha voluto eliminare tutti quei piccoli interessi di parte inseriti dalle diverse anime della propria maggioranza parlamentare nel corso dell’esame in Commissione, esautorando di fatto il Parlamento”. Lo dichiara Paolo Romani, presidente del gruppo Forza Italia al Senato.

“Sul Jobs act – aggiunge – lo scontro sembra ancora più interno e profondo: il senatore Ichino ci rivela che sui decreti delegati di attuazione della riforma del lavoro Palazzo Chigi e il suo stesso ministero deputato erano su posizioni totalmente contrapposte che disegnavano chiaramente politiche del lavoro inconciliabili. I risultati di questi conflitti intestini ignari del Paese sono confusione e inefficacia dell’esecutivo nell’affrontare la crisi economica e i problemi di famiglie ed imprese”.

“Ancor peggio – afferma Romani -, la politica economica di questo governo attacca inesorabilmente il ceto medio e produttivo in nome di una tanto enfatizzata quanto inessenziale redistribuzione. Ostenta benevolenza nei confronti delle grandi imprese e condanna autonomi, professionisti, artigiani e piccoli imprenditori con il giustizialismo della caccia agli untori, elimina la precarietà del sistema del lavoro non trasformandola in flessibilità ma in disoccupazione, attestandosi definitivamente nel solco Fornero dell’irrigidimento del mercato. In sintesi, una politica ben lontana dal garantire all’Italia di intercettare quella ripresa che già spinge i Paesi più avanzati”.

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