Londra, 2 ott. (LaPresse) – “Il cambiamento in Italia è appena iniziato. Abbiamo fatto tanto in 7 mesi e possiamo essere soddisfatti di quel che abbiamo raggiunto ma dobbiamo fare di più. Abbiamo delle riforme da completare. E’ la più grande sfida che abbiamo davanti”. Così, intervenendo alla Guildhall a Londra, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha aggiunto “siamo sicuri che se l’Italia farà le riforme tornerà a essere guida in Europa”. “Per me – ha proseguito il premier – è fondamentale concludere il percorso delle riforme nei prossimi sei mesi, entro sei mesi saranno tutte completate e a quel punto potremo contare in Europa”. “Dobbiamo cambiare rispetto agli ultimi 20 anni – ha affermato -, per creare competizione e difendere l’interesse comune. La nostra missione ora è creare un futuro di opportunità, di innovazione, per fare in modo che l’Italia sia un posto di speranza non solo di ricordi”. Renzi ha precisato che “noi abbiamo deciso di rispettare il vincolo del 3% per dare un messaggio di credibilità e di rispetto dei parametri di Maastricht, ma noi chiediamo il rispetto anche per quei Paesi che non rispetteranno il 3%”, e ha inoltre assicurato che “le finanze italiane sono solide e sostenibili grazie alla riforma del sistema pensionistico e grazie all’avanzo primario”.

CON AUSTERITA’ UE SENZA FUTURO. “Ci sono delle falle strutturali alle quali dobbiamo porre rimedio. Se l’Europa significa solo austerità e regole astratte allora non ha futuro”, ha affermato il presidente del Consiglio, aggiungendo che “senza una discontinuità nelle politiche economiche dell’Ue i Paesi rischiano stagnazione e deflazione” e in questo caso “delle ripercussioni politiche negative saranno inevitabili”.

RIFORMA LAVORO ENTRO UN MESE. Parlando dell’Italia, Renzi ha detto di ritenere “fondamentale continuare in questa direzione” di riforma “con un processo di cambiamento nel mercato del lavoro, riformare il mercato del lavoro credo sia la cosa più importante, è un cambiamento cruciale. Si è frammentato molto negli ultimi 20 anni, come risultato di riforme imperfette e parziali”. “Alcuni politici – ha aggiunto – credono che la difesa di un sistema creato oltre 40 anni fa sia il modo di investire nel futuro ma è impossibile investire nel futuro difendendo il passato”. Poi l’annuncio sulla riforma del lavoro, “sarà possibile farla nel prossimo mese al massimo”, e il riferimento all’articolo 18: “riguarda la possibilità di licenziare senza la partecipazione di un giudice o di un avvocato. In Gran Bretagna è normale. In Italia ci sono delle procedure molto confuse. Questo significa una mancanza di libertà per gli investitori e questo è un problema”. “Noi – ha sottolineato – abbiamo deciso di cambiare un simbolo, un totem”. Ridurre i salari, ha però precisato, “è un errore tragico per l’Italia perché il salario è basso e il costo del lavoro è alto. L’Italia ha bisogno di un cambiamento radicale che consiste nell’aumentare i salari dei lavoratori. Se riduciamo i salari sarà impossibile competere con gli altri Paesi”. Per il 2015, quindi, “ci saranno ulteriori 2 miliardi per la riduzione sul costo del lavoro”.

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