In serata l'incontro Berlusconi-Salvini-Meloni in vista delle consultazioni di lunedì. Si rivedranno prima di andare al Quirinale. Gentiloni: "Preferirei non continuare ma decide il Colle"

Resa dei conti all'interno del centrodestra in vista delle nuove consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che iniziano lunedì alle 11. È durato circa due ore il vertice tra i partiti della coalizione a Palazzo Grazioli a cui hanno partecipato, oltre al padrone di casa Silvio Berlusconi, anche il numero uno della Lega Matteo Salvini, la leader di FdI Giorgia Meloni accompagnata da Ignazio La Russa, e il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Che è rimasto all'interno della residenza romana del leader di Forza Italia anche a incontro terminato. Al momento non trapelano notizie sull'andamento del vertice e non è stata rilasciata nessuna nota ufficiale e unitaria.

A Palazzo Grazioni si sono confrontate posizione diverse tra Lega e Forza Italia sul tema del governo con M5S. La tensione all'interno della coalizione di centrodestra resta alta soprattutto dopo l'apertura di Luigi Di Maio con la disponibilità a fare un passo indietro dalla sua candidatura a premier, a patto che ci sia un'alleanza esclusiva fra Movimento 5 Stelle e Lega, con l'esclusione di Berlusconi e di Forza Italia che può votare il governo ma non può farne parte

Si sa che c'è stato scontro tra Salvini e Berlusconi probabilmente su due questioni: l'esclusione di Forza Italia (che dovrebbe limitardsi a dare un appoggio esterno) che Berlusconi non può accettare e la propensione dell'ex Cavaliere ad accettare l'idea di un governo del presidente a tempo magari proponendo un premier di centrodestra (Tajani?). Cosa che Salvini non intende accettare. Giorgia Meloni, come in altre occasioni, ha cercato di mediare tra Salvini e Berlusconi. Ma, evidentemente, ci vorrà un supplemento di discussione se è vero che il vertice ha deciso di aggiornarsi in mattinata prima che la delegazione del centrodestra salga al Colle. Il tutto tenendo conto del fatto che Mattarella non accetterà soluzioni incerte, darà l'incarico solo a chi gli dimostrerà di avere una maggioranza certa.

Il tentativo di Di Maio – Lo stallo per la formazione del nuovo esecutivo, dunque continua. Dopo una serie di apri e chiudi, è stato proprio Di Maio a individuare una strada. "Se il punto – ha dichiarato a 1/2h in più su Rai3 – è realizzare cose per gli italiani, realizzare il programma, e l'ostacolo è Di Maio premier, allora dico a Matteo Salvini: scegliamo insieme un premier a patto che questa persona realizzi il reddito di cittadinanza, che abolisca la legge Fornero e si impegni a fare un provvedimento contro la corruzione". Quindi l'appello a Salvini a sedersi a un tavolo e scegliere insieme un presidente del Consiglio a condizione che sia un politico, perché ha ribadito il no al governo tecnico. E ha rimarcato la necessità che, se lui deve rinunciare alla premiership, anche Berlusconi deve fare un passo indietro.

Paolo Gentiloni – È perplesso il premier Paolo Gentiloni "davanti agli altolà preventivi al presidente. Io dico che tutte le forze politiche dovrebbero pensarci almeno cinque minuti. In questo momento dire no a Mattarella significerebbe dire no all'Italia. Molti mettono le mani avanti un po' troppo presto sul governo di transizione o di tregua", ha detto a 'Che tempo che fa' da Fabio Fazio su Rai1. 

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