Il presidente del Senato, Pietro Grasso, aderisce alla campagna di sensibilizzazione #dauomoauomo

"Tutto ciò che limita una donna nella sua libertà e nella sua dignità è una violenza di genere". Il presidente del Senato, Pietro Grasso, aderisce alla campagna di sensibilizzazione #dauomoauomo e lancia sul Corriere della Sera un appello a ribaltare il punto di vista, come passo fondamentale per prevenire discriminazioni, stupri e femminicidi. "Non esistono giustificazioni, attenuanti, eccezioni di alcun genere – scandisce la seconda carica dello Stato in un'intervista al Corriere – Finché questo sarà un problema delle donne, non c'è speranza. È un problema che parte dagli uomini e solo noi possiamo porvi rimedio".

"Dobbiamo spostare il focus verso l'uomo – prosegue Grasso – Dobbiamo collocare gli uomini al centro del dibattito, in modo che imparino a mettere il rispetto della donna al primo posto". Bisogna creare le condizioni per cui la paura dei pericoli che corrono le donne "si riduca – aggiunge il presidente del Senato – in maniera che ogni donna e ogni ragazza sia libera di poter frequentare ogni luogo a qualsiasi ora. Occorre collaborazione da parte di tutti: per esempio le strade devono essere illuminate e vive e le persone devono mostrare un'attenzione reciproca e solidale". "Io ho educato mio figlio e lui sta educando mio nipote al rispetto delle donne – dice – la cui libertà non deve mai essere violata, né ridotta. È sulla educazione e sulla prevenzione che bisogna trasferire questo tema".

Sulla possibilità che un magistrato che non ha dato seguito a denuncia non incorra in sanzioni, commenta: "Non voglio nemmeno prospettare una simile ipotesi, ma se ci sono omissioni, soprattutto dolose, il problema riguarda il Csm". "Ho fatto il magistrato per 43 anni – aggiunge Grasso – e quando da procuratore a Palermo ho creato delle sezioni specializzate, ho avuto dei risultati bellissimi". E sulla possibilità di inasprire le pene contro chi fa violenza sulle donne "le leggi ci sono e io temo molto quando si dice aggraviamo le pene – spiega – Le cose su cui lavorare sono la celerità della risposta e la protezione della vittima".

"Polizia, carabinieri e anche parecchie procure hanno sezioni specializzate che possono raccogliere le testimonianze in appositi luoghi protetti, con l'aiuto di psicologi – prosegue il presidente del Senato – È importante che le donne lo sappiano. Oppure, ci si può rivolgere alle associazioni che sono in grado di veicolare la denuncia, in modo che la magistratura possa prendere gli opportuni provvedimenti. Ad esempio, mettere uno stalker agli arresti domiciliari". 

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