Dalla sua casa di Nusco (Avellino) l'ex segretario della Dc riflette con LaPresse su quanto è successo in Parlamento
"Io non so cosa succederà e quale sarà la legge elettorale. Osservo che l'accordo a quattro di fatto risulta essere soltanto un patto fra biscazzieri". Dalla sua casa di Nusco (Avellino) Ciriaco De Mita riflette con LaPresse su quanto è successo in Parlamento e sugli sviluppi di un quadro politico che definire confuso è un eufemismo.
"Maggioranza e minoranza" dice l'ex segretario della Dc e presidente del Consiglio, "la stabiliscono gli elettori, e non una legge che prevede l'esclusione di qualcuno. Questa è la democrazia. Quando ci si accorda su un sistema elettorale si dà vita ad un patto fra diversi, perché diversi sono gli attori in campo e dunque l'accordo deve essere neutro. Lo ripeto, quello che è stato realizzato sulla legge elettorale è un patto fra banditi".
C'è nel ragionamento di Ciriaco De Mita un certo rimpianto per una stagione politica, quella dei grandi partiti, che con tutti i limiti e gli errori di cui è stato testimone il Paese, ha garantito un confronto politico dove i protagonisti un'idea su che Paese volevano costruire l'avevano.
"Io non parlerei di rinascita della Democrazia Cristiana, parlerei più correttamente di ricostruzione di un centro politico di cui", chiarisce l'ex segretario dello scudo crociato, "si sente la mancanza e probabilmente la necessità. E le dico che a rimpiangere l'assenza di questo centro sono soprattutto i vecchi comunisti".
Se si chiede a De Mita un giudizio sul Movimento 5Stelle la risposta ancora una volta è soprattutto politica. "Non mi fanno paura, anche se non è illogico accostare il populismo al fascismo. La vera questione è che alla fine non riescono a dare risposte adeguate al disagio delle persone che vogliono rappresentare. Questo è il punto e il loro vero limite politico. Senza contare alcune stravaganze, come l'idea della democrazia partecipata".
Stravagante perché? "Perché il web si può interpellare per scegliere che frutta mangiare o che colore scegliere, non certo per elaborare un pensiero politico". Ma l'ex segretario non è tenero nemmeno con la stampa: "Quando parlano i grillini non dicono niente. Ed è grave. Ma altrettanto grave è che i giornali finiscano solo per riportare quel niente come se dietro quel niente ci fosse qualcosa. E' solo niente".
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